Gubbio e Gualdo

Regione dice “no” al termovalorizzatore a Gualdo Tadino “Non coerente con norme del Piano rifiuti”

È stata respinta, dal Servizio regionale competente, l’istanza per il rilascio del provvedimento autorizzatorio, presentata dalla società Waldum Tadinum Energia, per il progetto di un termovalorizzatore (impianto per la produzione di energia elettrica e termica mediante combustione di rifiuti) nel territorio di Gualdo Tadino, tra le sedi più “quotate” per ospitarlo dopo la preadozione del Piano regionale dei rifiuti da parte della giunta.

Lo ha comunicato oggi (17 giugno) il vicepresidente della Regione e assessore all’Ambiente Roberto Morroni, sottolineando che “tali impianti sono oggetto della programmazione regionale a cui compete in via esclusiva disciplinarne scelte e contenuti”. “Una richiesta improcedibile e dunque archiviata, come notificato ieri alla stessa società, in quanto si tratta – evidenzia – di un progetto non coerente con il Piano regionale dei rifiuti vigente, quello del 2009, e tantomeno in linea con i criteri del nuovo Piano che entro fine 2022 prevediamo di approvare con obiettivi, azioni e procedure ben precise per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti”.


Rifiuti, dal 2028 l’Umbria avrà il termovalorizzatore | Si chiudono discariche


Il Piano del 2009 – puntualizza Morroni – contemplava, infatti, la localizzazione di un termovalorizzatore nel territorio del subambito 2, del quale il Comune di Gualdo Tadino non fa parte. Inoltre, la proposta progettuale presentava un forte disallineamento a livello dimensionale con quanto definito dalla pianificazione regionale. Si prevedeva, infatti, di realizzare un impianto di incenerimento di rifiuti con recupero energetico da 278.000 tonnellate/anno, di cui 242.000 costituiti da rifiuti urbani o decadenti dal trattamento di rifiuti urbani. Una capacità sovradimensionata rispetto all’impianto che abbiamo intenzione di realizzare, limitato a un massimo di 160mila tonnellate all’anno, corrispondente al solo fabbisogno di incenerimento dei rifiuti prodotti all’interno del territorio regionale, nel rispetto dei principi comunitari di autosufficienza e prossimità”.

Anche se la proposta progettuale fosse stata rispondente ai fabbisogni dell’Umbria, sarebbe stata comunque in contrasto con la normativa regionale per quanto riguarda l’iter – conclude Morroni –Competenze e cronoprogramma, come abbiamo evidenziato ieri presentando il nuovo Piano regionale, sono ben chiari: è l’AURI, l’Autorità pubblica preposta all’organizzazione del servizio di gestione integrata dei rifiuti, che deve provvedere alla localizzazione e, con procedure di evidenza pubblica, all’affidamento dell’incarico di progettazione, realizzazione e gestione dell’impianto, nel rispetto dei criteri localizzativi e dimensionali approvati con il Piano regionale”.