La Giunta regionale ha approvato una delibera che prevede interventi di politica attiva del lavoro di cui potranno beneficiare i lavoratori della Nestlé Perugina. Il provvedimento, infatti, si rivolge ad aziende di rilevanza strategica che beneficiano della cassa integrazione. La Regione finanzierà attività formative del costo massimo di 2mila euro per lavoratore. Per i lavoratori disoccupati o inoccupati si prevede un percorso per autoimpiego e autoimprenditorialità, con contributo unitario di massimo 25mila euro. Il piano prevede ancora misure per i lavoratori oggetto di licenziamento finalizzata in collaborazione con Anpal, che prevedono orientamento, assegno di ricollocazione, scouting, formazione mirata a ridurre il gap di competenza verso le occasioni individuate con un costo massimo a lavoratore, variabile a seconda del profilo, tra mille e 4mila euro.
Quanto alla vertenza Nestlé, in Consiglio regionale l’assessore Barberini (in sostituzione del collega Paparelli), rispondendo ad un’interrogazione di Liberati e Carbonari (M5s) ha fatto il punto sull’attuazione dell’accordo siglato lo scorso maggio: 146 dipendenti sono stati incentivati all’esodo con 60mila euro; 35 pre-pensionamenti; una ricollocazione in altra azienda (con 30mila euro assegnati all’azienda e 30mila al lavoratore). Dieci lavoratori ricollocati nel gruppo Nestlè fuori da San Sisto; 172 restano a Perugia con contratto part-time semestrale a tempo indeterminato.