Regione, Anci e Poste Italiane: Un protocollo d'intesa per la Sanità digitale - Tuttoggi.info

Regione, Anci e Poste Italiane: Un protocollo d'intesa per la Sanità digitale

Redazione

Regione, Anci e Poste Italiane: Un protocollo d'intesa per la Sanità digitale

Gio, 09/05/2013 - 17:00

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Sara Minciaroni

“Siamo tecnologia e capillarità”. Non uno slogan ma un dato di fatto. Poste Italiane con la sua immensa rete di sportelli sul territorio potrebbe essere il grimaldello in grado di spalancare ai cittadini, soprattutto delle fasce deboli, la porta del digitale.

Più servizi e più accessibili. Questo pomeriggio con la firma del protocollo d’intesa tra Regione Umbria, Anci e Poste Italiane si è ufficialmente dato inizio ad un tavolo di confronto per ragionare su quali possano essere le frontiere di questa collaborazione. Uno sportello amico al quale rivolgersi entrando nella filiale locale delle Poste è sicuramente il primo passo, da qui alla possibilità di pagare il ticket per le prestazioni sanitarie il salto sembra scontato. Ma si pensa anche alla gestione elettronica dei documenti e alla loro conservazione informatica. Con questo nuovo servizio, i referti medici potrebbero arrivare direttamente a casa dell’interessato.

Nuove frontiere digitali. La vera rivoluzione potrebbe essere invece, quella di una modernizzazione del sistema che riguarda la storia clinica di ogni cittadino. Una garanzia affinchè in qualsiasi ospedale si arrivi ed in qualsiasi condizione clinica, in tempo reale si possa accedere al proprio file contenente tutta la nostra storia sanitaria. “Pensiamo- spiega il responsabile nazionale grandi clienti e Pa di Poste Italiane, Valter Catoni – alla somministrazione di farmaci a chi non può muoversi da casa e anche al pagamento dei bollettini sempre a domicilio, pagare il ticket a domicilio. Anche se sa di fantascienza, ma non lo è, pensiamo alla valutazione a distanza e monitoraggio dei pazienti per evitare le ospedalizzazioni. Alcune di queste cose hanno tempistiche anche ridotte per altre ci vorrà più tempo”.

A vantaggio dei piccoli Comuni. “ La prima ragione, per cui oggi siamo alla firma del protocollo è la presenza puntuale sul territorio di Poste Italiane e la capillarità con cui agisce nei comuni – ha spiegato l’assessore alla sanità Franco Tomassoni – Avere un punto di riferimento al quale accedere per ottenere un numero il più ampio possibile di servizi è indispensabile soprattutto per i piccoli comuni disseminati e decentrati nella nostra regione. Ci auguriamo che con questo atto poste italiane applichi nella maniera meno rigida possibile la spending review. Che non si chiudano cioè gli sportelli nei piccoli paesi perchè questo significherebbe annientare la vita sociale ed economica in quei paesi”.

Garanzie alle fasce deboli. “Molti comuni – spiega Giuseppe Chianella dell’ Anci – hanno trasferito la gestione di alcuni dei loro servizi alle poste. In realtà a bassa densità demografica l'ufficio postale è un'istituzione fondamentale. Soprattutto per le fasce più deboli, anziani e disabili. Le istituzioni pubbliche devono tenere assolutamente conto di poste italiane. Questo protocollo è un importante passo in avanti in questo senso, un passaggio importante soprattutto per i centri minori”.

L’agenda digitale. “La Sanità elettronica è un pezzo dell'agenda digitale di Monti – come spiega il direttore generale dell’assessorato alla sanità Emilio Duca – Quello che si firma oggi è un protocollo quadro per sviluppare contenuti di fattibilità ed esigenze. Adesso si tratta di capire quali strumenti ci sono nel sistema pubblico e privato, vedere che cosa siamo in grado di intersecare per accelerare la spinta della informatizzazione nella sanità pubblica”.

Il precedente virtuoso. L’idea non nasce dal nulla. La collaborazione tra Sanità e Poste Italiane è già stata sperimentata con la somministrazione a domicilio dei kit per lo screening del colon retto. Esperimento ben riuscito che ha denotato garanzie di efficienza e rispetto dei dati sensibili, come sono tutti quelli che riguardano la salute dei cittadini. In tutto questo non è certo trascurabile l’ “effetto risparmio” da cui potrebbero trarre vantaggio sia le casse pubbliche che quelle dei cittadini. Non resta che iniziare.

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