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REFERENDUM SUL WELFARE

Con il referendum sul protocollo del welfare si è compiuto un grande atto di democrazia, anche se ci sono state delle sbavature e quanti sostenevano le ragioni del no non hanno avuto la possibilità di spiegare appieno le proprie ragioni. Questo il commento del capogruppo di Rifondazione comunista, Stefano Vinti sui primi risultati del referendum promosso dalle organizzazioni sindacali sull'accordo con il governo per le politiche di welfare. I dati dice Vinti – ci dicono che c 'è una sì affermazione di quanti sono favorevoli ai contenuti dellaccordo, ma anche un dato significativo (circa il 20 per cento) di lavoratori che lo hanno respinto. Occorre ricordare aggiunge l'esponente di rifondazione comunista – che la Cgil ha sottoscritto il protocollo con riserva, indicando la necessità di alcune modifiche su punti essenziali. Anche in Umbria, in particolare nelle grandi fabbriche, si registrano dati significativi di quanti non ritengono soddisfacente l'accordo raggiunto: sono il 28 per cento alla Nestlè Perugina e il 21 per cento alla Thyssen Krupp di Terni.Secondo Vinti i dati del referendum dovranno essere oggetto di una analisi attenta, per coglierne tutti i significati, in ogni luogo di lavoro, e in ogni territorio. Quanto avvenuto in Umbria aggiunge – ci rafforza nella convinzione che l'accordo può essere migliorato nel suo iter parlamentare, e in questo senso si sono gi espressi i gruppi parlamentari che fanno riferimento alla sinistra. Dalla consultazione conclude Vinti – escono rafforzate le motivazioni della grande manifestazione di Roma del prossimo 20 ottobre nella quale richiederemo al governo Prodi l'applicazione del mandato popolare ed una redistribuzione del reddito a favore dei lavoratori, dei pensionati e delle classi sociali più deboli.