Va avanti il progetto di recupero dell’ex mattatoio di Spoleto grazie all’impegno della Regione Umbria – e dell’assessore regionale Paola Agabiti – che ha portato a prevedere per esso un investimento di quasi 5 milioni di euro (4,75 per l’esattezza) grazie al fondo complementare del Pnrr. Finanziamenti legati alla presenza della città ducale nel cratere del sisma 2016.
L’ex mattatoio tra viale Martiri della Resistenza e via Interna delle Mura, abbandonato da anni e fatiscente, dovrebbe diventare un polo dedicato al recupero dei beni culturali, legato all’esperienza di quello di Santo Chiodo, fiore all’occhiello di tutta la regione.
Sul progetto si è tenuto un incontro con il gruppo tecnico della Regione che se ne sta occupando, alla presenza del Comune di Spoleto. A rappresentare l’ente c’era infatti anche l’assessore alla valorizzazione della rigenerazione identitaria urbana, rurale, produttiva e delle infrastrutture sostenibili Manuela Albertella.
L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Andrea Sisti aveva espresso qualche dubbio inizialmente sul recupero dell’ex mattatoio, dubbio che ora sembra del tutto fugato. Come conferma l’assessore Albertella, che plaude all’idea progettuale. “Siamo ancora nella fase della progettazione preliminare – ha evidenziato l’assessore comunale – ma senza dubbio questo intervento di recupero prospetta finalmente per l’ex Mattatoio una funzionalità chiara, garantendone nei prossimi anni il pieno utilizzo. Tra l’altro si interviene in un ambito, come quello del recupero e del restauro dei beni culturali, dove Spoleto ha maturato un’esperienza senza dubbio di spessore facendone un ulteriore elemento di caratterizzazione e di riconoscibilità”.
L’intervento, finanziato con le risorse del Fondo Complementare al PNRR per un importo di 4.750.000 euro, prevede la realizzazione di un deposito temporaneo di ricovero dei beni culturali mobili in emergenza per la loro messa in sicurezza e successivo restauro, con integrazione di attività di diagnostica avanzata su alcune tipologie di beni.
Il progetto si inserisce infatti nell’ambito della protezione e contestuale valorizzazione del patrimonio culturale ad elevato rischio, sulla scia dell’esperienza nata dalla Regione Umbria, in collaborazione con il ministero della Cultura (Segretariato Regionale e Soprintendenza ABAP dell’Umbria), l’Università degli Studi di Perugia e il Comune di Spoleto.
Nello specifico l’intervento, per la cui esecuzione sono previsti circa 18 mesi, consentirà di ampliare le funzioni già attivate nel deposito temporaneo di Santo Chiodo di Spoleto, prevedendo però non solo la realizzazione di depositi adibiti alla conservazione dei beni culturali a rischio, ma anche l’allestimento di nuovi laboratori per la diagnostica e il restauro (anche da mettere a disposizione di professionisti e imprese), la creazione di nuovi spazi per l’esposizione delle opere recuperate, la formazione on the job e la realizzazione di studi attrezzati per le tecnologie di rilievo, modellazione e digitalizzazione (anche in previsione di riproduzioni e integrazioni funzionali alla ricollocazione).
Si recupererà così, dandogli nuova vita, l’edificio che ha una valenza storica e architettonica: l’ex mattatoio fu ultimato nel 1838 su progetto dell’architetto Ireneo Aleandri, che a Spoleto realizzò anche il Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti, la Traversa nazionale interna e il cimitero monumentale.