La possibilità, sia pur remota, che frammenti del razzo cinese cadessero su una delle 9 regioni italiane del Centro-Sud (tra cui l’Umbria) non si è verificata. Del resto, le probabilità erano scarsissime, come avevano avvertito gli esperti. Anche se la protezione civile, precauzionalmente, invitava a non restare all’aperto nelle prime ore di domenica 9 maggio.
Il secondo stadio del razzo cinese Lunga Marcia 5B è entrato nell’atmosfera al di sopra dell’Oceano Indiano. La protezione civile, sulla base delle indicazioni dell’Agenzia Spaziale Italiana, ha chiuso il tavolo di crisi. Esclusa la possibile caduta di frammenti sul territorio italiano.
Il rientro incontrollato del pezzo del razzo cinese (lungo circa 30 metri, del diametro di 5) è stato monitorato in Europa dall’Eusst (EU Space Surveillance and Tracking).
Le traiettorie del rientro avevano inizialmente calcolato come possibile punto di contatto con l’atmosfera l’area del Nord Atlantico, poi del Mediterrano (da qui l’interessamento dell’Italia centro-meridionale). In realtà l’impatto è avvenuto nell’Oceano Indiano, nella zona delle Maldive.