Foligno

Quintana della Rivincita, ecco il Palio made in Bevagna: “Tutto istinto e adrenalina”

Presentato ufficialmente il Palio della Rivincita, che si contenderanno i cavalieri sul Campo de li Giochi. Si tratta di un’opera realizzata dall’artista Fabio Giorgi Alberti e che nasce dall’esperienza diretta dei cavalieri.


Quintana, si entra nel vivo. Metelli: “Sarà un’edizione speciale” | Il programma


Artista come un cavaliere in camp

L’idea iniziale – ha detto l’artista – era di intervistare molti dei cavalieri che negli anni hanno vinto il palio, e cercare di capire cosa succedeva nella loro testa nel momento in cui capivano di aver vinto. Artista e cavaliere si trovano in una situazione simile, realizzano qualcosa, azione o dipinto, per gli altri, si fanno carico di una volontà comunitaria; per entrambi, riuscire è gioia assoluta, ma per entrambi il fallimento è realtà. Come per il cavaliere sulla giostra, un artista in una mostra capisce chiaramente se ha “vinto” o “perso”, se è riuscito o meno. E quindi tanto allenamento, in maneggio o a studio“.

La testimonianza di Gubbini

La prima chiamata effettuata da Alberti è stata per Massimo Gubbini: “Subito mi ha fatto capire che in testa durante il palio non succede nulla di razionale, è tutto istinto e adrenalina, il cavaliere è quasi un predatore, dominano impulso e reattività; la vittoria non è una parola o un’immagine, la preoccupazione del fallimento è sempre presente, la convinzione di fare tutto bene non è una base solida. C’è il terreno di gara, il vento, si diventa tutt’uno con il cavallo, la lancia è una prosecuzione del dito e poi c’è l’anello e oltre l’anello quella bandierina, passata la bandierina c’è la vittoria“.

La pittura del drappo

Questo – prosegue Albertiè quello che ho cercato di rappresentare nel palio dipinto da me; la pittura non è il mio media, ma la ho studiata in Accademia ed è stato come tornare in una casa dell’infanzia; ho potuto usare i colori che uso nelle mie sculture, negli specchi, nei video. Per me è un dipinto psichedelico, d’altronde lo stato di coscienza del cavaliere durante la gara è uno stato di coscienza alterato“.

La biografia

Fabio Giorgi Alberti vive a Bevagna, in Umbria. Usa il film digitale e analogico, parole, scultura e installazione per indagare il linguaggio e il rapporto dell’individuo con la realtà. Il suo lavoro ruota intorno all’idea di doppio, alla fisicità dello spazio e alle relazioni che l’opera crea tra lo spettatore e l’artista. Tra le sue mostre recenti, ricordiamo: Concrete poetry, a cura di Home Movies, Bologna; Salto, a cura di Maurizio Coccia e Mara Predicatori, Palazzo Lucarini, Trevi; The expanded body, a cura di Angelica Gatto e Simone Zacchini, Unosunove, Roma; Piccolo calcolo approssimativo di sostanza, a cura di Postex, GAM, Roma; Carta Coreana – Hanji, a cura di Claudio Libero Pisano, Roma; Civetta, Spazio Mensa, Roma; The Feuilleton: I will bear witness, Piggy-backing-from the Edicola, a cura di Jo Melvin, Spoleto (Pg) e MACRO (Roma); Senza meno due, a cura di Marktstudio, Il Perimetro dell’arte, Bologna; Buco nero, Come Alone, Atene; Clouds and steel, Una vetrina, a cura di Marta Silvi, Roma; Language games, a cura di Jo Melvin, Cannara (Pg). Ha esposto in spazi istituzionali e non profit sia in Italia che all’estero.