Politica

Questionario sull’omofobia per le scuole, scontro in Senato

Dall’Umbria, passando per Perugia (se votate Romizi consegnata la città ai seguaci di Salvini” è il monito dei dem) lo scontro tra il Pd e la Lega si è trasferito al Senato. Il motivo del contendere, il questionario per l’indagine su omofobia, razzismo e bullismo da distribuire nelle scuole umbre e predisposto da alcuni docenti del Dipartimento di scienze sociali dell’Università degli studi di Perugia sulla base di un progetto elaborato insieme alla Regione Umbria, all’Ufficio scolastico regionale e a varie associazioni.

Il questionario è stato bloccato dal ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, ma la vicenda è tornata in Aula a seguito delle interrogazioni presentate dal Partito democratico (prima firmataria Monica Cirinnà, insieme agli umbri Nadia Ginetti e Stefano Grimani, e dal leghista Simone Pillon.

Il sottosegretario Salvatore Giuliano, rispondendo alle interrogazioni, ha ringraziato i genitori per aver segnalato “l’abuso che si stava perpetrando nelle scuole umbre“. Aggiungendo: “La lotta al bullismo si fa con le famiglie e non contro, educando i figli al rispetto del corpo. A garanzia di tutti deve esserci il consenso informato“.

Ma Monica Cirinnà è intervenuta a difesa della ricerca, denunciando il clima d’odio, anche “a livello istituzionale“, che porta gli italiani a pensare che la diversità “sia una vergogna“. Per Cirinnà è a scuola che si deve insegnare ai ragazzi che “la diversità è un valore“.

Esperimenti sui nostri figli, è vomitevole” la replica di Simone Pillon. Che poi, concluso il dibattito, ha aggiunto: “Ringrazio le associazioni dei genitori che hanno denunciato l’abuso che si stava perpetrando nelle scuole umbre, consentendo al Ministero di bloccare tempestivamente i questionari gender che imponevano a bambini di 12 anni di scegliere la loro personale identità tra sei sessi diversi, tra cui bisessuale e asessuale. Il Governo ha garantito in tal modo un nesso di fiducia tra scuola e famiglia, che non può essere tradito in alcun modo“.

Poi, rivolto ai dem: “Al Pd, che insiste a difendere gli esperimenti gender, va ricordato l’articolo 30 della Costituzione e l’art. 26 della dichiarazione universale dei diritti umani, che sanciscono la priorità dei genitori per il tipo di educazione per i loro figli, oltre alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo, per cui lo Stato deve rispettare il diritto dei genitori di assicurare l’educazione e l’insegnamento secondo le proprie convinzioni religiose e filosofiche. L’alleanza educativa tra famiglia e scuola è indispensabile e prioritaria. Episodi come quello denunciato in Umbria si ripetono continuamente. Se per il Pd questa è lotta al bullismo, per noi è l’esatto contrario: si tratta di autentico bullismo di adulti sui figli degli altri praticando esperimenti sociali inaccettabili, e indottrinamento politico-ideologico. La lotta al bullismo si fa con le famiglie e non contro le famiglie, educando i figli al rispetto del corpo e non sessualizzandoli precocemente, usando il buonsenso e non promuovendo ricerche infarcite di ideologia vomitevole. A garanzia di tutti deve esserci il consenso informato, che permette alle famiglie, informate preventivamente, di decidere legittimamente quali contenuti siano ritenuti adeguati o meno. I genitori – ha concluso Pillon – non accetteranno più questo tipo di soprusi e denunceranno ogni tentativo“.

«Ogni diversità è considerata da punire, è considerata una vergona… è lì che la scuola interviene nel diventare quel nido di protezione nel quale insegnare ai ragazzi che la loro diversità è un valore…».