Era intervenuto per sedare una lite tra due compagni di scuola ma aveva ricevuto dei pugni in faccia che gli avevano provocato una emorragia cerebrale. Botte che gli avrebbero lasciato dei danni permanenti, tanto da rimanere parzialmente invalido. Ora il presunto autore dell’aggressione, all’epoca dei fatti 18enne, è stato rinviato a giudizio.
La storia – La vicenda, come aveva dettagliatamente raccontato all’epoca Tuttoggi.info, era avvenuta nel novembre 2011. Protagonista, secondo quanto ricostruito allora anche dalle forze dell’ordine, un giovane che aveva 16 anni e che frequentava un istituto tecnico superiore di Spoleto. Secondo quanto era stato ricostruito, il ragazzo era intervenuto per separare una lite tra due compagni di scuola, venendo però raggiunto da un paio di pugni in faccia sferrati da un 18enne spoletino. Il 16enne era caduto a terra, aveva perso i sensi ed era stato trasportato in ospedale. La Tac però sul momento non aveva mostra anomalie ed il giovane era tornato a casa. Nei giorni successivi, però, si era sentito male e nuovi esami medici avevano evidenziato un ematoma cerebrale. Trasferito all’ospedale di Terni, era stato poi operato.
Udienza preliminare – A quattro anni di distanza esatti dai fatti, la vicenda è approdata davanti al giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Spoleto Federica Fortunati, che ha rinviato a giudizio lo spoletino, attualmente 22enne, difeso dall’avvocato Roberto Coricelli. L’accusa a suo carico è di lesioni personali gravi. Il processo si aprirà a maggio, con l’allora 16enne che si è costituito parte civile. Il giudice ha invece stralciato una parte del capo d’imputazione, relativa ad una querela presentata dalla famiglia del ragazzino qualche mese dopo i fatti contro la scuola e contro i medici, rinviando gli atti alla Procura.
L’accusa – Secondo la tesi accusatoria, rappresentata davanti al gup dal pm Patrizia Mattei, lo studente all’epoca minorenne sarebbe stato appunto picchiato da quello maggiorenne, venendo colpito alla testa e riportando un trauma cranico di grave entità tanto da dover poi essere operato. Lesioni che avrebbero provocato nella parte offesa difficoltà di parlare, cefalee e problemi di deambulazione, con un’invalidità certificata al 70%. Spetterà ora al processo, che si aprirà a maggio, portare alla luce le effettive responsabilità o meno dell’imputato, pronto a chiarire la propria posizione.