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protesi mammarie “pip”: g.r. Umbria recepisce accordo stato-regioni e incarica asl per programma assistenza sanitaria

Redazione

protesi mammarie “pip”: g.r. Umbria recepisce accordo stato-regioni e incarica asl per programma assistenza sanitaria

Mar, 28/02/2012 - 14:19

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Le donne alle quali siano state impiantate protesi mammarie al silicone della ditta Poly Implant Prothèse (“Pip”), realizzate con materiali non conformi e potenzialmente pericolosi, seguiranno uno specifico programma di assistenza sanitaria che prevede visite specialistiche ed esami diagnostici e l’eventuale rimozione. Lo ha stabilito la Giunta regionale dell’Umbria che, su proposta dell’assessore alla Salute Franco Tomassoni, ha recepito l’accordo Stato-Regioni sulle linee guida per la gestione clinica dei casi di persone portatrici di protesi mammarie prodotte dalla “Pip” e ha dato mandato alle Aziende Sanitarie della regione di definire e attivare un programma per la presa in carico di tutte le donne interessate. “Dal censimento degli uffici regionali – ha detto Tomassoni – è emerso un numero molto esiguo di donne cui è stato impiantato questo tipo di protesi, che complessivamente in Italia sono circa quattromila. A ognuna di loro, applicando un protocollo valido a livello nazionale, vogliamo garantire la necessaria assistenza, invitandole innanzitutto a una visita di controllo”. “Verrà effettuata una valutazione clinica specialistica e diagnostica, caso per caso – ha spiegato l’assessore – sulla cui base decidere se procedere all’espianto della protesi e alla sostituzione con una più sicura. Il Consiglio superiore di Sanità ha evidenziato, infatti, che sulle protesi della ditta francese ‘non esistono prove di maggior rischio di cancerogenicità, ma sono state evidenziate maggiori probabilità di rottura e di reazioni infiammatorie’”. Le Aziende sanitarie locali umbre indicheranno i centri di riferimento dove le donne che hanno una protesi “Pip” potranno recarsi per le visite di controllo e le strutture alle quali rivolgersi per l’eventuale rimozione, quando la protesi non sia integra, provochi infiammazioni o negli altri casi in cui si rendesse opportuna. Nelle stesse strutture potrà essere effettuato, se necessario, anche il reimpianto di una nuova protesi appropriata. Le prestazioni erogate nell’ambito delle indicazioni cliniche specialistiche saranno a carico del sistema sanitario pubblico, in quanto ricomprese nei “Lea”, i livelli essenziali di assistenza. Le donne dovranno comunque pagare gli eventuali ticket previsti a livello nazionale e regionale.

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