Prorogata al 30 giugno la mostra “Organbuilding Rebirth Project” di Andrea Pinchi, in corso a Foligno a Palazzo Trinci. Dopo il successo dell'inaugurazione del 28 maggio scorso, ora se ne aggiunge un altro per l’artista folignate: Andrea Pinchi esporrà alla Sezione Umbria della Biennale di Venezia che si inaugura sabato 25 giugno, alle ore 12, a Palazzo Collicola di Spoleto. Nato organaro, nobile arte della costruzione e del restauro degli organi a canne, Andrea Pinchi si ritrova artista senza neanche volerlo. Quotidiano il suo lavoro a contatto con pezzi autentici di reali opere d’arte, legni del quattrocento, canne che emettono suoni celestiali e surreali. Suoni quasi sconosciuti alle nostre orecchie. E la sua mente trasforma, amalgama e taglia questi “resti dei suoni”, che non assurgono più al loro compito madre, con i legni e il piombo fuso, ancor prima di divenire pura materia. Un ready-made all’altezza di Robert Rauschenberg. Materia viva, materia plastica, materia non materia che trasmette sensazioni, forti emozioni. Lo spettatore dovrà non soffermarsi alla mera ammirazione del visibile, ma “entrare” nei suoni, nei colori, nelle vibrazioni che le opere trasmettono. Solo una passeggiata tra i legni baciati dal piombo nelle stanze di Palazzo Trinci può rendere bene l’idea di tale sensazione. E da sabato tre sue opere potranno essere ammirate alla Sezione Umbria della Biennale di Venezia, a Spoleto.
L'artista folignate è stato invitato a partecipare all'importante appuntamento di Spoleto dopo aver suscitato l'interesse di critica e pubblico con il suo nuovo filone legato al riutilizzo di antichi materiali scartati nel corso dei restauri degli organi musicali storici. Come ha ricordato Vittoria Garibaldi nel corso della presentazione “le sue opere hanno un non so che d’inventivo, di alchemico, espressione di una sensibilità straripante e prensile, sempre pronta a trasformare fatti della vita quotidiana, incontri, scherzi di amici, in pura poesia visuale, che trova un controcanto grafico e testuale nei tanti appunti scritti, con gusto grafomane, con pennarello nero su pareti, ripiani, scrivania. Sono stata subito conquistata dalla ricchezza dei colori e dei materiali. Lastre di stagno corrose. aperte e modellate, antiche pergamene, strisce di pelle riadattate da valvole in disuso, geometrie ricavate da guarnizioni ormai inservibili… Materiali che poi diventano piume di stelle e di cenere, anime in fiamme o interrotte. Oppure figlie e figli di Bakunin, un particolarissimo e vivace ready-made”.
Per Maurizio Coccia, curatore della mostra, i preziosi materiali che usa Pinchi “diventano elementi grammaticali della pittura. Vengono assemblati sulla tavola secondo un ordine compositivo che, complice il colore, gli attribuisce un senso estetico. Ma non solo. La pittura dona loro anche una nuova vita. Un’esistenza al di là del suono, cioè della funzione per la quale erano stati originariamente prodotti. La rigenerazione per via pittorica funziona come un balsamo. Dal fondo dipinto emergono (rivivono) legni quattrocenteschi, tracce di piombo, pelli animali. Materiali extra-artistici, che vanno ad intercettare la luce. Il quadro, allora, si emancipa dal segno e punta alla plasticità del volume nello spazio. Diventa scultura autonoma. Come gli ultimi lavori – corpi lignei estratti dagli organi – stanno a dimostrare”.
Riassunto degli appuntamenti: Foligno Palazzo Trinci fino al 30 giugno, Spoleto Palazzo Collicola – Biennale di Venezia, Padiglione Italia Sezione Umbria dal 25 giugno fino ad ottobre 2011.
PROROGATA LA MOSTRA “ORGANBUILDING REBIRTH PROJECT” DI ANDREA PINCHI. L'ARTISTA ALLA BIENNALE DI VENEZIA
Sab, 25/06/2011 - 11:02