Si continua a parlare di acqua in Valnerina dopo le polemiche di questi tempi. La possibilità che nei Comuni montani al di sotto dei 5000 abitanti la gestione del servizio idrico ritorni alle amministrazioni comunali competenti si fa più concreta. Proprio come vorrebbe l'attuale amministrazione nursina e più in generale il centrodestra della Valnerina, sostenuto in questo dai comitati ambientalisti che da tempo sono contro la gestione della Vus. Tanto che nella città di San Benedetto sono state raccolte centinaia di firme (nella foto) grazie al comitato civico per l'ambiente proprio per tornare ad una gestione locale dell'acqua. Una questione che ha in questi ultimi tempi coinvolto anche Cascia, dove sono arrivate bollette altissime soprattutto agli albergatori. La colpa, però, più che alla gestione da parte della Vus sarebbe da attribuire al passaggio dal pagamento forfettario a quello a tariffa. I cittadini hanno infatti continuato a fare l'uso che facevano prima dell'acqua potabile, solo che fino a poco tempo fa pagavano un fisso mentre ora pagano pr quello che consumano. Per questo amministrazioni di centrodestra, come quella di Cascia, sono contrarie alla gestione diretta del servizio idrico.Promotore e paladino di questa operazione, invece, che proprio questi giorni è divenuta proposta di legge alla Camera dei Deputati per mano dell'onorevole Domenico Benedetti Valentini, è il Comune di Norcia. Nei mesi scorsi, infatti, il sindaco Nicola Alemanno aveva sollecitato tutti i parlamentari umbri in merito alla modifica dell'articolo 148 del decreto legislativo n. 152 del 3/4/2006 (recante “Norme in materia ambientale”) per permettere ai cosiddetti “piccoli Comuni” di optare per una gestione in proprio degli acquedotti e degli impianti idrici.
“Siamo sempre stati convinti – afferma il primo cittadino di Norcia – che i Comuni siano i soggetti di riferimento privilegiati e più vicini ai cittadini e che l'autonomia gestionale del servizio idrico sia sinonimo di qualità dei servizi e abbassamento delle tariffe. Su questo argomento – prosegue – abbiamo sensibilizzato tutti gli amministratori della Valnerina, l'ex senatore Sauro Turroni, incaricato della definizione della normativa in questione, e tutti i parlamentari umbri. Ringrazio vivamente l'onorevole Valentini – afferma – che non si è limitato ad accogliere la nostra istanza ma che ne ha fatto una vera e propria proposta di legge, alla quale verrà presto assegnata una Commissione di competenza”.
Oggetto della proposta presentata alla Camera dei Deputati l'”adesione facoltativa dei Comuni montani alle gestioni uniche del servizio idrico integrato”. Il testo integrale della modifica da apportare al comma 5 dell'art. 148 del decreto 152 recita: “L'adesione alla gestione unica del servizio idrico integrato è facoltativa per i comuni con popolazione fino a 5 mila abitanti inclusi nel territorio delle comunità montane nonché per i comuni con popolazione fino a 15 mila abitanti il cui territorio sia per più del 50% costituito da aree montane, a condizione che la gestione del servizio idrico sia operata direttamente dall'amministrazione comunale, ovvero tramite una società a capitale interamente pubblico e controllata dallo stesso comune”. “Siamo orgogliosi di aver avviato questo percorso e speriamo in un suo esito positivo – continua Alemanno – per risanare tutte le lacune apportate dalla cosiddetta legge ‘Galli', i cui risultati nel nostro territorio non sono stati affatto esaltanti”. “Una legge che, nonostante le sue importanti finalità – anche secondo lo stesso deputato Valentini – ha avuto applicazioni aberranti e in ogni caso controproducenti specie in fatto di individuazione da parte delle Regioni degli ATO (Ambiti territoriali Ottimali). Al di là del superamento della legge, determinato dal decreto 152 – commenta il parlamentare – alcuni degli effetti perversi hanno creato turbative, disservizi, malesseri funzionali ed amministrativi non indifferenti. In troppe zone si è registrato un aumento vertiginoso delle tariffe per gli utenti mentre non si è arrivati affatto ad una valida ed effettiva uniformità delle tariffe stesse. Peggio ancora – fa notare – lo scadimento del servizio e l'appesantimento degli oneri si sono abbattuti soprattutto su una quantità di piccoli comuni, generalmente montani, che pure hanno nei loro territori le scaturigini di gran parte delle risorse idriche”. Da qui lo scopo principale della proposta di legge “di non incidere sul contesto normativo in maniera stravolgente ma di soccorrere a quell'esigenza di corretto equilibrio tra autonomia dei Comuni minori e verificato terreno di collaborazione tra i territori comunali, nell'interesse dei cittadini amministrati e serviti”.