Cronaca

Pronto Soccorso Città della Pieve, Consiglio di Stato lascia tutto com’è fino a luglio

Il Consiglio di Stato (Sezione Terza) ha accolto il ricorso di Asl e Regione e quindi sospeso l’esecutività della sentenza del Tar impugnata.  Il tema è quello del Pronto Soccorso di Città della Pieve. E  la giustizia amministrativa in attesa delle decisione sul merito fissata al 26 luglio ribalta la sentenza del Tar sulla vicenda della chiusura dell’ospedale e del pronto soccorso di Città della Pieve, che invece ne aveva disposto la riapertura.

Il pronto soccorso dunque non verrà riaperto

La decisione nel merito sarà appunto a luglio ma almeno fino ad allora le cose resteranno come sono adesso (ospedale chiuso e funzionamento del punto di primo soccorso) , al contrario di quanto aveva stabilito il Tar alcune settimane fa. Secondo il Consiglio di Stato: ” …occorre tener conto delle responsabili affermazioni della  Regione Umbria e della ASL n. 1 – secondo le quali, da un lato, il d.m. 70/2015 non consentirebbe di attivare (o ripristinare) un servizio di “Pronto Soccorso” al di fuori di una struttura ospedaliera avente le caratteristiche minime dell’ospedale di base stabilite dal punto 9.2.1., e pertanto l’esecuzione della sentenza appellata richiederebbe interventi ed impiego di risorse organizzative e finanziarie significative e non coerenti con la programmazione sanitaria; dall’altro, a seguito della riconversione dell’ospedale di Città della Pieve, l’articolazione del servizio 118 nella zona non avrebbe subito modifiche peggiorative ed assicurerebbe il trasporto dei malati ed il pronto intervento nel rispetto dei parametri di efficienza previsti dal d.m. 70/2015, cit. – e dell’esigenza di evitare soluzioni di continuità nell’esecuzione della complessiva attività sanitaria regionale”.

Sospende gli effetti della decisione del Tar

A presentare il ricorso al Tar era stato il sindaco di Montegabbione, preoccupato per la distanza tra il suo territorio e il presidio sanitario più vicino. Il Tar aveva spiegato per prima cosa che Montegabbione, se pur ricadente sotto la provincia di Terni aveva tutto il diritto di contestare un provvedimento di una Ausl che non era quella di sua appartenenza perché per ragioni di vicinanza (solo 10 km) il presidio ospedaliero di Città della Pieve risulta essere il principale punto di riferimento per i cittadini del Comune di Montegabbione. La materia del contendere era appunto la legittimità della delibera del direttore generale dell’Azienda Sanitaria Locale Umbria n. 1, con la quale è stata disposta la chiusura di tutte le attività a carattere esclusivamente ospedaliero svolte presso il presidio di Città dellaPieve e, precisamente, l’attività di ricovero di Medicina e Neurologia e l’attività di Pronto Soccorso. E poi il punto cruciale della sentenza quando si spiega che il ricorso “può essere accolto limitatamente alle censure proposte avverso la disposta soppressione dell’attività di pronto soccorso.