Terni

Progetto stadio-clinica Ternana, il parere dell’Università Cattolica “Impossibile giuridicamente”

In vista della conferenza dei servizi decisoria in Regione, calendarizzata il prossimo giovedì 3 novembre, per il progetto stadio-clinica della Ternana, arriva una notizia non proprio positiva, anzi. Nella giornata di oggi, come anticipato da Sporterni, è arrivato il parere chiesto dalla Regione all’Università Cattolica circa la possibilità di assoggettare la costruzione del nuovo Libero Liberati alla sostenibilità economica attraverso i ricavi della clinica privata voluta dal patron Stefano Bandecchi.

Il parere dell’Università Cattolica

“Impossibilità giuridica di procedere secondo il percorso proposto dal proponente privato e recepito dal Comune di Terni, facendo eventualmente salva, nei termini sopra indicati, la sola autorizzazione alla realizzazione della struttura sanitaria” – si legge nel parere dell’ex Ministro alla Salute, Renato Balduzzi che aggiunge: “una possibile pista per futuri approfondimenti”. In questi termini Balduzzi parla di “eventuali alternative procedimentali, tali da offrire comunque una risposta alle esigenze sottese al progetto stesso e alle attese di un territorio”.

Stadio-clinica, opzione Istituto delle Sperimentazioni Gestionali

Una delle soluzioni prospettate da Balduzzi riguardano il possibile ricorso all’Istituto delle Sperimentazioni Gestionali, richiamando l’esperienza dell’Istituto Prosperius Tiberino spa: “La legge regionale 23 giugno 2021, n. 10 (Disposizioni in materia di sperimentazioni gestionali di servizi innovativi) – si legge nel parere – ha confermato l’interesse regionale alla prosecuzione dell’attività della società, ancorandolo alle due condizioni sostanziali che il servizio sanitario offerto non soltanto venga mantenuto, ma altresì sviluppato, e che rimanga un servizio specialistico di eccellenza nel campo della riabilitazione. Tra i criteri richiamati, particolare interesse rivestono, anche in relazione alla vicenda oggetto del presente parere, quello relativo alle caratteristiche del socio privato (privilegiare nell’area del settore privato il coinvolgimento delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale), e del tetto di partecipazione del privato al capitale sociale (limiti percentuali non superiore al quarantanove per cento)”.