Ancora una volta i crinali dell’Appennino Umbro-Marchigiano diventano teatro di scontro tra sviluppo energetico e tutela ambientale.
Il Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha formalizzato in queste ore un atto di intervento nell’ambito del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), relativo alla realizzazione dell’impianto eolico “Caldese”.
A promuovere il progetto è la società romana GWD s.r.l., che punta a installare 11 aerogeneratori (le cosiddette pale eoliche) – alti oltre 200 metri – nei territori comunali di Apecchio, Mercatello sul Metauro e Città di Castello, per una potenza complessiva prevista di 79,2 MW, integrata da un sistema di accumulo da 40 MW.
Il progetto prevede anche importanti infrastrutture di supporto: stazione elettrica, nuove strade di accesso, cavidotti e opere con impatto su corsi d’acqua, boschi e praterie d’altura. Il tutto in un’area di elevato pregio naturalistico, già sottoposta a vincoli paesaggistici e idrogeologici, e inclusa nella Rete Natura 2000. “Proprio in virtù di questa fragilità ambientale – osserva il GrIG – l’intervento ricade all’interno della fascia di rispetto di tre chilometri imposta dal decreto-legge 50/2022, in attesa che le Regioni individuino ufficialmente le aree non idonee”.
Nel documento inviato al Ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica, l’associazione ambientalista chiede un “formale diniego alla compatibilità ambientale” dell’intervento e lo fa evidenziando anche l’assenza di una valutazione degli impatti cumulativi, obbligatoria per legge, tenuto conto del numero crescente di progetti simili lungo la dorsale appenninica.
Non è la prima volta che il GrIG si mobilita su questi fronti: solo negli ultimi 12 mesi sono state depositate osservazioni su almeno 6 diversi progetti eolici tra Umbria e Marche. A essere informati del nuovo intervento anche il Ministero della Cultura, la Regione Marche, le Soprintendenze competenti, il Commissario per gli Usi Civici e diversi Comuni interessati, tra cui anche Spoleto e Ferentillo.