La presidente Tesei chiede una spinta bipartisan ai progetti che interessano l’Umbria da inserire nel Recovery Plan. Ma intanto è scontro in Consiglio regionale sui temi dell’economia e dell’emergenza Covid, con l’opposizione che denuncia mancanza di programmazione e mancanza di volontà di una reale confronto istituzionale sui grandi temi per l’Umbria.
Emergenza Covid,
la comunicazione di Tesei
Nella seconda parte della sua informativa sull’emergenza Covid, la presidente Tesei ha parlato anche del confronto tra Governo e Regioni sul Recovery Plan. Proprio la scorsa settimana il ministro Amendola ha confermato la scelta centralistica, con linee di intervento e progetti definiti e gestiti a livello nazionale.
Rispetto ai 209 miliardi a disposizione dell’Italia, solo 82 potranno riguardare nuove progettualità.
“In questo quadro – ha detto Tesei – le Regioni non dovrebbero avere una quota di fondi da gestire autonomamente, mentre va ancora capita la dimensione del ruolo regionale sia nella fase programmatoria che attuativa”. Lamentando la mancanza di un confronto politico e strategico con il Governo e un coinvolgimento delle Regioni che potrebbe anche accelerare l’esecuzione dei progetti.
“E’ necessario assegnare una parte delle risorse a fondo perduto alle singole regioni per progetti autonomi nel rispetto delle linee guida – ha proseguito Tesei -. E per il resto scegliere progetti in accordo con la Conferenza delle Regioni e con le singole Regioni”.
Da qui l’appello della presidente Tesei alle opposizioni, ai sindaci e alle parti sociali umbre per un “gioco di squadra” che consenta di “fare tutto il pressing possibile a Roma” per spingere sui progetti che interessano l’Umbria.
Un appello alla spinta bipartisan contenuto in qualche modo già con la comunicazione che lunedì la presidente Tesei ha inviato a tutti i consiglieri di opposizione (alcuni hanno letto la pec solo poco prima del Consiglio) invitandoli a presentare proposte ed a fissare un nuovo incontro.
Una lettera di cui le opposizioni contestano però l’invio tardivo. Sul Recovery Plan, per il portavoce dell’opposizione Fabio Paparelli il modo per dare forza ai progetti umbri sarebbe stato quello di portarli in Aula e approvarli, “anziché secretarli”.
Paparelli, nella sua replica alla relazione della presidente Tesei, ha lamentato l’assenza di proposte chiare da parte della Giunta in materia economica: “Nessuno si occupa del futuro, tranne distribuire qualche risorsa”.
Poi la risoluzione, illustrata dal consigliere Tommaso Bori, con cui le opposizioni hanno chiesto di discutere in Aula, “la sede istituzionale” i temi dell’economia e del lavoro (anche con la convocazione della Conferenza regionale), della scuola, della sanità, tra emergenza Covid e nuovo Piano.
Proposta di consigli monotematici che però viene bocciata dalla maggioranza (astenuti i membri dell’Ufficio di presidenza Squarta e Fioroni). Le opposizioni insorgono e parlano di volontà di confronto solo di facciata.
“La nostra richiesta – dicono i consiglieri di opposizione – andava nell’ottica di un metodo di lavoro che dovrebbe essere fatto proprio da chi ricopre ruoli istituzionali, tanto più in un momento di difficoltà come quello che stiamo vivendo. Oggi invece, ancora una volta registriamo una volontà effimera di dialogo che si traduce – di fatto – in informative generiche, non in un confronto costruttivo capace di entrare nel merito delle singole questioni ed offrire risposte alle criticità esistenti”.
Le opposizioni chiedono alla Giunta di portare le sue proposte in Aula su questi temi. E su questi confrontarsi con le opposizioni nella sede istituzionale. “Altrimenti il cerino ve lo prendete in mano” ha avvertito Paparelli.
In Consiglio regionale si torna al muro contro muro. E questo, nonostante alcuni atti bipartisan, come quelli sul sostegno al settore della ceramica, sul potenziamento dell’Ufficio ricostruzione e sui medici specializzandi. Sui grandi temi per l’Umbria, il solco tra centrodestra e centrosinistra è ancora profondo.