Salvatore Parolisi torna in tribunale, davanti alla Corte d’Assise d’appello di Perugia, per il processo per l’omicidio della moglie Melania Rea, la giovane 29enne ritrovata in un bosco di Ripe di Civitella, nel teramano. In appello, i giudici dovranno rivedere al ribasso la condanna a 30 anni di reclusione inflitta al marito, l’ex caporalmaggiore dell’esercito.
Per l’omicidio della giovane Melania, Parolisi era già stato definitivamente riconosciuto responsabile dell’omicidio della moglie e detenuto a Teramo. L’uomo non ha attualmente fatto richiesta di essere presente in aula. L’udienza, puramente tecnica, si terrà comunque a porte chiuse in quanto il processo è stato celebrato con il rito abbreviato.
A rappresentare l’accusa sarà il sostituto procuratore generale Giancarlo Costagliola, che si è tra l’altro occupato del processo d’appello per l’omicidio di Meredith Kercher. A presiedere la Corte Maria Rita Belardi con a latere Massimo Ricciarelli.
I precedenti – Giudicato con rito abbreviato, concesso il 12 marzo del 2012 dal giudice Marina Tommolini, Parolisi viene condannato all’ergastolo il 26 ottobre del 2012. Il caporalmaggiore dell’Esercito viene condannato dai giudici di primo grado al massimo della pena, con isolamento diurno, per l’omicidio della moglie dal gup Marina Tommolini. A Parolisi il Gup commina anche tutte le sanzioni accessorie, compresa la perdita della patria potesta’ genitoriale, stabilendo inoltre il pagamento di una provvisionale di un milione a favore della figlia Vittoria e di 500mila euro per i genitori di Melania. Il 30 settembre 2013 arriva la sentenza di secondo grado: Parolisi viene condannato a 30 anni dalla Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila per l’omicidio della moglie Melania Rea. Nel ricorso presentato dai suoi legali Walter Biscotti e Nicodemo Gentile, insieme anche al noto penalista Titta Madia, la difesa di Parolisi aveva chiesto alla Corte di Cassazione di annullare la sentenza di condanna.