Lu. Bi.
È iniziato questa mattina il processo legato al rogo di Vascigliano della Ecorecuperi di Stroncone. La tragedia si consumò lo scorso 2 luglio 2009, quando il capannone dell'azienda di smaltimento, contenente ferraglie e rifiuti industriali, fu invaso dalle fiamme che crearono una densa nube tossica che ha lasciato devastazione e conseguenze gravi alle zone coltivate e adibite a pascolo circostanti. Proprio queste categorie di cittadini, agricoltori e allevatori, erano il numero più rilevante tra i 50 soggetti che si sono costituiti come parte civile al processo. Anche Legambiente, Codici, Earth, CIA (confederazione italiana agricoltori), si sono aggiunti alla lista dopo che lo scorso giugno anche il Ministero dell'Ambiente e quello dell'Interno si erano costituiti parte lesa con la rappresentanza dell'avvocato di Stato, Francesca Morici. Nell'aula del Tribunale di Terni erano presenti 3 dei 4 imputati al processo; il sindaco di Stroncone, Nicola Beranzoli, il direttore del dipartimento Arpa di Terni, Adriano Rossi e il legale rappresentante della Ecorecuperi, Massimo Scerna. Assente invece l’imprenditore Terenzio Malvetani. Il pubblico ministero, Elisabetta Massini, aveva accusato i quattro di aver agito in concorso per minimizzare gli effetti disastrosi provocati dal rogo, soprattutto per quanto riguarda il deposito di diossina sui terreni coltivati delle aree limitrofe. Il mancato intervento della dirigenza aziendale e della politica nell'evidenziare le reali conseguenze della nube tossica, avrebbe dunque permesso che i prodotti alimentari potessero essere commercializzati nonostante fossero 'inquinati'. L'accusa ha chiesto il sequestro conservativo dei beni degli imputati in previsione di un possibile risarcimento pecuniario, decisione sulla quale la corte tornerà a pronunciarsi il prossimo 13 marzo.
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