Slitta ancora l’inizio del processo a carico di Adriano Di Stefano, l’ex vicesindaco di Norcia e broker finanziario accusato di aver truffato decine di compaesani che avevano deciso di affidargli i propri risparmi per vederli fruttare. Ad ostacolare l’inizio del dibattimento è ancora il legittimo impedimento dell’avvocato difensore di Di Stefano, Roberto Migno, che il mercoledì svolge il ruolo di giudice onorario a Viterbo. Una situazione di stallo che ha indotto il giudice Francesco Salerno ha sospendere i termini della prescrizione e a calendarizzare tre udienze straordinarie da qui alla fine dell’anno.
Col prolungarsi dei tempi del processo cresce anche la rabbia di coloro che, ignari del raggiro che si stava consumando alle loro spalle, hanno affidato a colui che credevano un amico i risparmi di una vita. Cifre ingenti, in più di un occasione superiori ai 100mila euro, forse ormai perse per sempre. E oltre al danno c’è la beffa, visto che una decina di vittime del raggiro ne sarebbero inconsapevolmente diventati parte attiva finendo anche loro a processo con l’accusa di ricettazione. Avrebbero infatti incassato gli assegni che l’ex broker girava loro come primi frutti dei loro investimenti e che invece sarebbero appartenuti ad altri clienti.
A quanto emerso nell’udienza ‘lampo’ di oggi, rischierebbero di essere trascinati nel processo anche gli istituti di credito presso cui Di Stefano era solito svolgere operazioni finanziarie. Alcune parti civili – una ventina in tutto quelle costituite – li avrebbero infatti citati come responsabili civili. Se il giudice dovesse ammettere l’istanza, gli istituti rischierebbero di dover rispondere ad eventuali richieste di risarcimento danni.
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