Processato e condannato per generalità non verificate: assolto grazie ad avvocato bastiolo - Tuttoggi.info

Processato e condannato per generalità non verificate: assolto grazie ad avvocato bastiolo

Flavia Pagliochini

Processato e condannato per generalità non verificate: assolto grazie ad avvocato bastiolo

Sab, 25/01/2025 - 12:34

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Processato e condannato senza saperlo: è l’assurda vicenda, kafkiana, che ha visto protagonista un ballerino professionista di Riccione socio di una società sportiva con sede legale in Bastia Umbra. Ed è proprio un avvocato bastiolo, Gian Marco Abeltino, che ha fatto sì che il suo cliente fosse assolto in sede di revisione del processo: M.M.N., queste le iniziali del protagonista della vicenda, ha ricevuto nel mese di febbraio di un anno fa una intimazione di pagamento da parte della Agenzia delle Entrate – Riscossione di Rimini, scoprendo così l’esistenza di un fermo amministrativo sulla propria autovettura e  una cartella di pagamento da oltre 2.000 euro relativa ad una ammenda, quindi a un provvedimento di condanna emesso in sede penale dal Tribunale di Modena.

Il professionista si è subito rivolto al suo legale di fiducia, appunto Abeltino che, recatosi a Modena, ha scoperto una vicenda a dir poco surreale, ossia che il suo assistito era stato condannato per guida senza patente e in stato di alterazione da sostanze stupefacenti. I fatti nello specifico risalgono al 2009 quando M.M.N. risiedeva a Modena dove lavorava come operaio specializzato. Il 16 febbraio del 2009 la polizia municipale del Comune di Modena ha fermato, dopo un breve inseguimento, un cittadino libanese che, alla guida della autovettura della propria fidanzata, in stato di alterazione psico fisica dovuta all’assunzione di sostanze stupefacenti, senza documenti e senza patente di guida, dichiara agli agenti di essere comunque in regola con la propria posizione di straniero residente in Italia e dichiara di chiamarsi come l’assistito dell’avvocato Abeltino, fornendo agli agenti anche l’indirizzo di quest’ultimo ma eleggendo come domicilio la residenza della propria fidanzata, in modo tale da impedire al povero malcapitato, che abitava a qualche isolato di distanza, di rendersi conto di ciò che stava accadendo.

Come ricostruisce lo stesso legale, neanche la municipale di Modena avrebbe effettuato alcun tipo di accertamento, prendendo per buone le dichiarazioni del fermato e verificando solo che all’indirizzo fornito dal giovane libanese risiedeva un soggetto che aveva l’identità fornita. È stato così elevato un verbale a carico di M.M.N. che è stato notificato, unitamente agli atti del procedimento penale, all’indirizzo della fidanzata nel domicilio eletto dal vero colpevole.  È seguita anche la nomina di un difensore d’ufficio che tuttavia – si legge nel Corriere dell’Umbria in edicola stamattina – non ha mai avuto notizia del procedimento ed è venuto a conoscenza dei fatti e della presenza del suo nome sugli atti del processo solo dopo essere stato contattato dall’avvocato bastiolo. 

In realtà, ad agosto 2009, M.M.N. aveva scoperto che c’era una persona che forniva il suo nome ogni volta che veniva fermato per un controllo e ha segnalato i fatti alla municipale di Modena e denunciato anche l’accaduto ai carabinieri. Ma la querela è caduta nel vuoto e anzi il ballerino è stato condannato “a sua insaputa”, dal momento che tutti gli atti del processo sono stati notificati al domicilio della fidanzata del vero colpevole. Le indagini difensive condotte ai sensi dell’art. 391 bis c.p.p. dall’avvocato Abeltino hanno permesso di rintracciare  un testimone chiave, l’ex fidanzata del colpevole,  che ha fornito ai magistrati di Ancona, nell’ambito del giudizio di revisione, un quadro estremamente chiaro della vicenda. A metà gennaio il lieto fine: la Corte di Appello di Ancona ha finalmente assolto il M.M.N. per non aver commesso il fatto.


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