Valnerina

Primo soccorso Cascia, Fials: “Con questa gestione a rischio salute cittadini”

Da una parte le polemiche sul servizio di continuità assistenziale (l’ex guardia medica), comunque garantito; dall’altra le criticità sempre più pesanti del servizio di primo soccorso e di 118. La situazione della sanità in Valnerina rimane al centro di polemiche e di timori, ma soprattutto di ripercussioni pesanti per i cittadini.

A tornare a parlare delle carenze in merito al punto di primo soccorso ed alla postazione di 118 di Cascia è il segretario regionale della Fials (federazione italiana autonoma lavoratori sanità) Umbria Mario Bruni, che già maggio aveva portato alla luce il problema.

Questa volta, però, la situazione critica relativa al primo soccorso è stata posta all’attenzione dei vertici della Usl Umbria 2, dei sindaci della Valnerina e dell’assessore regionale alla Salute.


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Bruni, infatti, contesta le decisioni dell’Usl Umbria 2 nell’organizzazione del punto di primo soccorso di Cascia – che coinvolge i medici di continuità assistenziale – e chiede “una risposta ed un intervento immediato in ordine alla situazione di seguito rappresentata”.

Primo soccorso, per Bruni attuale gestione non garantisce tutela della salute

“Da notizie pervenute alla scrivente organizzazione sindacale – spiega il segretario della Fials – risulta che siano state emanati provvedimenti relativi a nuove modalità operative del punto di primo soccorso di Cascia  che contravviene e viola la normativa in materia. Non debbo certo essere io a ricordare alle SSLL che i punti di primo intervento sono strutture che debbono disporre di competenze cliniche e strumentali adeguate a fronteggiare e stabilizzare le emergenze fino all’attribuzione al Pronto Soccorso dell’Ospedale di riferimento.

In sintesi il Punto di Primo Intervento è una postazione territoriale della rete di emergenza/urgenza che costituisce un riferimento sanitario per tutta la giornata e la cui permanenza permette una razionalizzazione della rete del pronto soccorso anche e soprattutto nelle zone, come le nostre, territorialmente disagiate. Tanto esposto è evidente che la ridefinizione del Punto di Primo Intervento di Cascia, così come approvata dalla Direzione Generale della Usl n. 2, vanifica quanto sopra esposto e viola ogni principio in ordine alla tutela della salute dei cittadini”.

Le criticità tecniche e gestionali nelle attività del Primo soccorso

Ad essere contestato dal sindacato, in particolare, è il coinvolgimento dei dottori di guardia medica nella postazione di primo soccorso, che ovviamente però possono occuparsi unicamente delle attività di loro competenza e per le quali sono formati e che devono fronteggiare anche questioni di natura tecnica.

A titolo di esempio, – ricorda infatti Bruni – è prevista la presenza di un solo medico nelle ore notturne; ove questo fosse costretto ad uscire per servizio l’infermiere sarebbe lasciato solo a gestire eventuali altri pazienti. Inoltre i medici di continuità assistenziale potranno vedere solo codici bianchi o verdi che vengono censiti in regime cartaceo con impossibilità di tracciamento, salvo se il paziente non si presenti in orario notturno poichè solo in quel caso viene assoggettato a triage. In ogni caso, proprio per questa discrasia tra regime cartaceo e regime informatico, l’eventuale paziente notturno non potrebbe essere preso in carico dal medico di continuità assistenziale e rimarrebbe in carico al medico del 118 con aggravi enormi di attività dei medici per evitare problematiche al paziente; ciò, ovviamente a discapito del servizio. Altresì sembra che i medici di continuità assistenziale non possano più prescrivere accertamenti di natura diagnostica perchè questi possono essere richieste solo attraverso il gestionale del Pronto Soccorso”.

“Così a rischio la salute dei cittadini”

Tutto quanto esposto – e solo a titolo di esempio – pongono la situazione del primo soccorso di Cascia non solo non rispondente alle esigenze della popolazione, ma il provvedimento adottato, peraltro in violazione delle linee guida sulle modalità organizzative per garantire l’assistenza sanitaria in h 24, pone a rischio la salute dei cittadini del territorio. Si chiede, pertanto, – conclude Bruni nella lettera – un immediato intervento da parte delle SSLL ed una presa di posizione di particolare intensità nei confronti dei soggetti responsabili di tale situazione”. 

(foto di repertorio)