La cooperativa Paneolio dà i suoi primi frutti nella gestione dei 100 ettari confiscati al clan della famiglia calabrese De Stefano, quello di Pietralunga è il primo bene confiscato alla 'ndrangheta in Umbria
Un piccolo vasetto di miele che diventa grande simbolo di legalità. E’ questo il prodotto d’esordio realizzato dalla cooperativa sociale “Paneolio”, che ormai da mesi gestisce a Pietralunga il primo bene confiscato alla ‘ndrangheta in Umbria.
Il miele proviene infatti dai 100 ettari di terreno strappati al clan della famiglia calabrese De Stefano, oggi riconvertiti per coltivare i frutti della ma anche per ospitare campi estivi per giovani organizzati da Libera Umbria.
L’azienda agricola all’interno di questa gigantesca proprietà – in località Col della Pila – fu sequestrata nel 2007. Oltre ai campi e ai terreni qui vi era una casa enorme ormai diroccata con altri due annessi nelle stesse condizioni, probabilmente usati dai De Stefano come rifugio per latitanti in fuga.
La confisca definitiva è arrivata nel 2011 mentre nel 2016 il Comune di Pietralunga ha ricevuto tale proprietà dall’’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e destinazione beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata’.
Seguirono diversi avvisi pubblici andati inizialmente deserti fino ad arrivare al luglio 2021, quando agli uffici comunali arrivò un’unica richiesta di affidamento in concessione, ritenuta dalla commissione esaminatrice meritevole di accoglimento. Fu proprio quella della cooperativa “Paneolio”, la stessa che pochi giorni fa ha prodotto il suo miele.
Il presidente della commissione regionale Antimafia Eugenio Rondini ha parlato di una “giornata storica per l‘Umbria“, che dunque si pone come esempio virtuoso per diffondere la cultura della legalità e il riscatto della società civile.