Gli organizzatori hanno annunciato 8mila partecipanti al primo Umbria Pride: un corteo colorato e gioioso per i diritti e l'inclusione
Un corteo festoso e colorato ha sfilato per le vie di Perugia nel primo Pride Umbria. L’orgoglio Lgbtqia+ si è manifestato con canti, balli e manifesti, senza gli eccessi da qualcuno temuti alla vigilia.
Un corteo colorato, con una grande bandiera arcobaleno al centro, che si è snodato dal ritrovo di piazza Grimana, davanti all’Arco Etrusco, per risalire fino a piazza Italia. Scortato dalle forze dell’ordine e da tante persone che, curiose – molte anche partecipando ballando o sventolando qualcosa di arcobaleno – hanno accompagnato i manifestanti.
Gli organizzatori, dal palco di piazza Carducci, hanno contato 8mila partecipanti al corteo di Umbria Pride 2022, la prima manifestazione regionale erede di quel Perugia Pride che dopo l’edizione 2019 si era interrotta a causa della pandemia. Due anni, è stato ricordato, in cui molti sono dovuti restare in famiglie omofobe o comunque lontano dalle proprie normali relazioni. “Per questo c’è bisogno di Caos”, il nome scelto per il Pride Umbria 2022.
Non potevano mancare i riferimenti al vertice di maggioranza del centrodestra per la concessione del patrocinio che la Regione Umbria ha concesso alla manifestazione. Fischi per il silenzio del sindaco di Perugia, Andrea Romizi. E un boato all’annuncio: “Ogni anno saremo qui sotto i vostri palazzi, finché ci sarà anche una sola persona discriminata“.
Umbria Pride a Perugia, i video
Storie di discriminazione, violenza e dolore
Dal palco dei giardini Carducci qualche sfottò nei confronti dei politici del centrodestra. Ma soprattutto tante storie personali. Storie di discriminazione, di dolore, di morte, in qualche caso. Persone che, anche con le lacrime agli occhi, hanno raccontato la difficoltà anche solo di farsi curare al pronto soccorso senza destare imbarazzi. O anche semplicemente il dolore nel continuare a sentirsi chiamare, da familiari e persone che credevano amiche, con un nome in cui non si riconoscono più. Ma anche storie di speranza, come quella del piccolo Lorenzo che ha scelto di andare all’asilo con un grembiule rosa, perché gli piace di più.