Il 38enne Domenico D'Andrea è stato rintracciato in tarda serata in via Ettore Ricci, nella zona tra Fontivegge e Madonna Alta
E’ durata dieci ore la fuga dell’ergastolano Domenico D’Andrea, evaso dal carcere di Capanne intorno alle 13.30 di venerdì. Il 38enne napoletano è stato rintracciato nella tarda serata di venerdì (erano le 23), nel boschetto in via Ettore Ricci, vicino alla caserma della guardia di finanza tra Fontivegge e Madonna Alta.
Il fuggitivo aveva chiesto ad un tassista di essere accompagnato a Firenze. Ma il tassista, che aveva appreso la notizia della caccia all’uomo da parte di polizia penitenziaria, carabinieri e polizia di Stato, aveva segnalato la sua presenza alle forze dell’ordine. E D’Andrea è stato preso poco lontano, mentre era a piedi in direzione Madonna Alta.
Era solo e non sarebbe stato aiutato da complici nella fuga. Secondo quanto si è appreso Domenico D’Andrea, sarebbe fuggito per il timore di perdere i benefici lavorativi di cui godeva in base all’articolo 21 dell’ordinamento penitenziario. Il 38enne lavorava infatti alla pulizia nella zona fuori dal muro di conta del carcere di Capanne, ma comunque all’interno della rete di recinzione della struttura penitenziaria, che è riuscito a scavalcare. Il beneficio gli stava per essere tolto – secondo quanto si è appreso – perché risultato positivo ai controlli tossicologici effettuati nei giorni scorsi sui detenuti che usufruiscono di permessi lavorativi (alcuni anche in stato di semi libertà).
Così la fuga dell’ergastolano
dal carcere di Capanne
Quindi la fuga, da soli secondo quanto accertato, a piedi per le campagna, dirigendosi verso Perugia. Dove è stato preso, nel tentativo di trovare un mezzo di trasporto che lo portasse lontano da Perugia. E magari poi raggiungere Napoli, dove nel 2006 Domenico D’Andrea, detto Pipotto – appena 22enne ma già con una lunga sfilza di reati ed evasioni dalle strutture minorili – aveva ucciso il marito di una edicolante durante una rapina insieme ad alcuni complici. Per questo era stato condannato all’ergastolo, che sta scontando al carcere di Capanne.
Rapinatore già da ragazzino, ecco chi
è l’ergastolano fuggito da Capanne e acciuffato
Il Sappe (il sindacato di polizia penitenziaria) ha denunciato l’esiguità del personale per controllare i detenuti. Carenza che ha portato nel 2020 a 81 evasioni in Italia.
Aggiornamento delle 12,15
La nota ufficiale della Questura di Perugia sulla cattura dell’evaso:
Non è durata neppure dodici ore la fuga del 38enne partenopeo – già condannato alla pena dell’ergastolo per i reati di omicidio volontario e tentata rapina – che era evaso nella mattinata del 7 maggio dalla casa circondariale di Perugia-Capanne.
Nel 2006, l’uomo – che già era gravato da numerosi precedenti per il reato di furto in abitazione – si era reso responsabile di un drammatico tentativo di rapina ai danni di un edicolante napoletano, il quale nell’occorso era stato accoltellato a morte.
Come detto, la fuga del soggetto dal penitenziario perugino ha avuto comunque breve durata, in quanto, alle ore 23.00 del 07.05.2021, l’uomo è stato rintracciato dalla Polizia di Stato all’interno di un’area boschiva sita in via Ricci, ed è stato immediatamente arrestato per il reato di evasione.
A far scattare le manette nei suoi confronti sono stati gli investigatori della Squadra Mobile della Questura, i quali, unitamente al personale delle Volanti e sotto il costante coordinamento della Procura della Repubblica di Perugia, avevano ricercato incessantemente il fuggitivo sin dall’acquisizione della notizia della sua evasione.
Decisivo, ai fini del rintraccio dell’uomo, il contributo di un tassista perugino operante nella zona di Fontivegge; alle ore 21.00 circa, infatti, egli era stato avvicinato proprio dall’evaso che gli aveva richiesto una corsa in direzione di Firenze.
Il tassista, tuttavia, si era insospettito per l’atteggiamento ed il comportamento del 38enne, il quale, tra l’altro, gli aveva proposto di pagarlo non in contanti ma con un bonifico che avrebbe effettuato successivamente.
Pertanto, ha respinto la sua richiesta ed ha subito allertato la Centrale Operativa della Questura fornendo una descrizione accurata dell’aspetto e dell’abbigliamento dell’insolito cliente.
Esaminata tale descrizione, i poliziotti della Squadra Mobile hanno capito che si trattava, verosimilmente, del loro uomo ed hanno quindi concentrato le ricerche nella zona di Fontivegge. I loro sforzi sono stati premiati intorno alle ore 23.00, quando l’evaso è stato rintracciato all’interno di un’area boschiva di via Ricci; a quel punto, gli agenti gli sono piombati addosso senza lasciargli alcuna chance di fuga.
Infine, l’uomo è stato arrestato per il reato di evasione e, su disposizione del P.M. di turno presso la Procura perugina, associato al carcere di Capanne.