Si è conclusa tra gli applausi la cerimonia di premiazione del prestigioso premio nazionale Bandiera Verde Agricoltura 2017, promosso dalla Confederazione Italiana Agricoltura (CIA), riservato agli enti pubblici che si distinguono per le loro capacità produttive e per la difesa del territorio e dell’ambiente. Tra i premiati della quindicesima edizione, alla Promoteca del Campidoglio, ci sono anche l’Istituto Serafico di Assisi, il Sasu (soccorso alpino e speleologico dell’Umbria) ed il Comune di Norcia (a ritirarlo per quest’ultimo c’era l’assessore Manuela Brandimarte).
Bandiera Verde Agricoltura è un riconoscimento che viene assegnato a aziende agricole, enti locali, associazioni, comuni, scuole e personalità che si sono particolarmente distinti nelle azioni politiche a favore dell’agricoltura, dell’ambiente, dello sviluppo territoriale, nonché di progetti didattici e di welfare relativi ad una migliore conoscenza del mondo agricolo, alla tutela dell’ambiente, della storia e dell’economia delle aree rurali.
Bandiera Verde Agricoltura 2017: i vincitori
Tanti cambiamenti quest’anno per il Premio Bandiera Verde Agricoltura a cominciare dall’introduzione di 16 nuove categorie pensate ad hoc: da Agri-young a Agri-energies, passando per Agri-welfare, Agri-family e Agri-folk. Il riconoscimento della Cia – Agricoltori Italiani ai virtuosi dell’agricoltura per il 2017 è stato assegnato: a 10 aziende italiane, Società Agricola San Vito di Bonefro (CB), Agriturismo Tirotarico Arpino (FR), I Germogli cooperativa sociale onlus, Lambrinia di Chignolo Po (PV), Azienda Agricola Dai Dellerba S.S. Pinerolo (TO), Azienda Agricola Sabatino Sassoferrato (AN), Azienda Agricola Rota Roberto Camporosso (IM), Azienda Agricola Quaquarini Francesco Canneto Pavese (PV), Azienda Agricola R&C di Ruggero Rossi Genova (GE), Agriturismo Masseria Sant’Angelo Corigliano d’Otranto (LE); a 3 Comuni, Arnasco (SV), Pegognaga (MN) e Scerni (CH). Il Premio Speciale, invece, è stato riconosciuto a Franco Gabrielli, Capo della Polizia di Stato, al Comune di Norcia, Comune di Arquata del Tronto, Comune di Visso, Cooperativa Olivicola Arnasco, SASU – Soccorso Alpino e Speleologico Umbria ed all’Istituto Serafico di Assisi.
L’impegno del Sasu nell’emergenza terremoto
Il Soccorso Alpino Speleologico Umbria (Sasu) è stato insignito del premio nazionale “Bandiera Verde Agricoltura” con la seguente motivazione: “Un riconoscimento speciale per l’impegno che ha saputo mettere a disposizione della collettività per gestire le operazioni di soccorso e prestare assistenza alle popolazioni colpite dal terremoto. Nel corso delle emergenze nell’Italia Centrale, in particolare in Umbria, il SASU si è distinto nelle operazioni di soccorso e assistenza delle popolazioni della Valnerina con particolare riferimento a quelle di Castelluccio di Norcia. Tra le attività svolte in questo periodo, si segnalano anche la gestione di servizi mensa del centro operativo regionale avanzato di Norcia e il contributo per le realizzazione di una stalla di emergenza in legno”. “È con rinnovato orgoglio – commentano dal Soccorso alpino dell’Umbria – che il Sasu riceve questo premio che non può che accrescere l’impegno sul territorio e le sue persone”.
Comune di Norcia tra emergenza e sostegno all’agricoltura
Il premio “Bandiera Verde” della Cia è andato anche al Comune di Norcia, rappresentato in occasione della cerimonia di venerdì mattina dall’assessore Manuela Brandimate. Insieme alla città di San Benedetto sono stati premiati anche altri due comuni (Arquata del Tronto e Visso) del cratere del sisma “per essersi particolarmente contraddistinti nell’anno dell’emergenza nel settore agricolo“, settore strategico per la ripartenza della città.
Agricoltura nei percorsi terapeutici al “Serafico”
All’Istituto Serafico di Assisi, invece, centro specializzato nella cura e riabilitazione di giovani con disabilità gravi, è stato conferito il “Premio Speciale” per l’utilizzo dell’agricoltura nei percorsi terapeutici di bambini e ragazzi con disabilità. “Sono onorata del premio che è stato conferito all’Istituto e voglio simbolicamente dedicarlo ai bambini e ragazzi con disabilità ospiti della nostra struttura. La natura non conosce la diversità e a chiunque se ne prende cura lei offre generosamente i suoi frutti – ha dichiarato Francesca Di Maolo – La cura del verde e del nostro orto per mano dei nostri ragazzi, agricoltori straordinari, si inserisce all’interno di un progetto riabilitativo più ampio che ha come scopo quello di donare loro maggiori autonomie. Coltivare la terra, compiere gesti ripetitivi e semplici aumenta la loro autostima”.
Nei percorsi riabilitativi e abilitativi proposti dal Serafico di Assisi, il rapporto con la natura svolge un ruolo molto importante proprio per gli stimoli e sensazioni che innesca. Ecco perché il Serafico si avvale dell’uso del verde a scopo terapeutico con il progetto di ortoterapia VerdeVita, cura e terapia allo stesso tempo dove è il paziente a “prendersi cura” della terra, creando così un rapporto stretto con la terra che coltiva e che dà i frutti solo se viene curata. L’attenzione per la natura è parte integrante del “Modello Serafico” attraverso il quale si cerca di ricreare un ecosistema dove “il prendersi cura” non è solo rivolto ai ragazzi con disabilità ma a tutto il personale che quotidianamente lavora per loro e nell’ambiente in cui vivono. “C’è un valore insito nel premio Bandiera Verde Agricoltura ed è la considerazione del lavoro di cura verso la vita più fragile. La cura della terra e delle persone sono due aspetti connessi. Papa Francesco nella Laudato Si’ ci invita a realizzare un’ecologia integrale, ammonendoci sul fatto che non saremo in grado di ascoltare le grida della natura se non sapremo ascoltare il povero, il disabile, se non sapremo coglierne l’importanza. Tutto è connesso!”
Il progetto VerdeVita dell’Istituto Serafico
Al Serafico i piccoli pazienti partecipano in tutte le diverse fasi della coltivazione, sempre sotto l’occhio attento del personale medico e dei tecnici, dalla semina alla crescita, dal raccolto al consumo. L’area adibita a orto è divisa in tre settori: didattico, dove i ragazzi hanno un proprio spazio da coltivare e curare; di produzione, dove il raccolto viene destinato alla cucina e all’alimentazione dei pazienti della struttura; rialzato, pensato per consentire anche a persone con mobilità ridotta di avere una superficie da coltivare. Un rapporto “attivo” con la natura favorisce e amplifica le naturali proprietà terapeutiche degli spazi verdi. Gli ospiti della struttura hanno personali esigenze sotto il profilo fisico, psichico, motorio, cognitivo e nutrizionale quindi, a seconda delle varie patologie, si elaborano menù personalizzati in grado di soddisfare le esigenze nutrizionali. Da qui l’importanza dell’orto di produzione che da i prodotti che vengono utilizzati nella cucina del Serafico. Tutto rigorosamente biologico senza nessun concime chimico.
L’attenzione per la terra e per tutti gli esseri viventi, quindi, è parte integrante del lavoro dell’Istituto Serafico Assisi. “Il Santo Padre ci ha esortato a avere cura dell’ambiente in ogni direzione. Per tale ragione il Serafico ha aderito all’appello congiunto del 4 ottobre scorso del Movimento Mondiale Cattolico per il Clima, decidendo di disinvestire dai combustibili fossili, iniziando un processo di disinvestimento da proprietà dirette e ogni altro fondo indiretto che possa includere azioni quotate e obbligazioni di società di combustibili fossili ” ha concluso il presidente Francesco Di Maolo.