Non toccate quella pratica (edilizia), potrebbe essere il titolo di un film dai contenuti tipici della commedia politica italia, del “giallo” con un pizzico di “noir” per le conseguenze e il destino della città di Spoleto, da un po’ troppi anni condannata a registrare ribaltoni e controribaltoni che forse nascondono mal di pancia o interessi dei più svariati.
Il ciack delle riprese del docu-film la cui sceneggiatura sembra già scritta, è avvenuto ancora una volta all’interno del Palazzo comunale (ma anche delle varie segreterie politiche) per una pratica edilizia che registrò la prima crisi della giunta De Augustinis, sfiduciato mesi dopo anche per altri e più importanti motivi.
Ma andiamo con ordine di tempo.
Allora, come oggi, in Consiglio comunale approda l’osservazione fatta dalla proprietaria di un ampio terreno in località Madonna di Lugo che ha chiesto la variante dell’area da agricola a edificabile per realizzare un non meglio precisato numero di abitazioni (probabilmente villette).
Parere favorevole dei tecnici, contrario, in commissione urbanistica, dell’allora minoranza a trazione Pd (tra cui l’attuale Presidente del consiglio Marco Trippetti e dell’attuale segretario cittadino e consigliere regionale Stefano Lisci e dell’ex consigliera Luigina Renzi di Ora Spoleto, attuale assessora e rappresentata in consiglio da Maura Coltorti) e con forti dubbi della maggioranza a trazione leghista-fd’I. Tanto che, approdata finalmente in Consiglio comunale la pratica, dopo alcuni incontri e l’insolito accordo bipartisan, registrò l’astensione di tutti i componenti dell’aula. Un voto che per l’amministrazione del tempo venne considerato “contrario” con tanti saluti alla proprietà. La quale, rivoltasi al Tar dell’Umbria difesa dall’avvocato Massimo Marcucci, ha invece ottenuto che il parlamento cittadino si esprimesse in un senso (positivo) o nell’altro (contrario), non potendo ritenere valido quello di una globale astensione.
E si arriva alle ultime ore, ovvero alla pratica che – cambiata da tre anni la Giunta guidata dal sindaco Andrea Sisti a trazione Pd-M5S-Civici Umbri-Ora Spoleto e Socialisti – deve ritornare in aula per ordine dei giudici amministrativi.
Il primo colpo di scena, Loretoni abbandona Sisti
Che la seduta sarebbe stata alquanto nervosa lo si intuisce sin dalle prime battute quando la consigliera Donatella Loretoni (finora fedelissima della linea alleoriana) annuncia di passare con il gruppo Insieme per Spoleto di Paolo Piccioni e Giancarlo Cintioli (il primo di estrazione socialista, il secondo con un importante passato dal Pci al Pd), e quindi all’opposizione.
Per la maggioranza è la prima fuoriuscita dall’inizio del mandato (ottobre 2021) che, almeno apparentemente, non comporta particolari scossoni visto che la maggioranza conta ancora 13 membri più il sindaco (10 delle minoranze, con il movimento di centrosinistra di Cintioli & Co. e quello di Catanossi, e 6 dei gruppi di centrodestra, tra i 2 partiti FdI-Lega e i 2 movimenti di Grifoni e Dottarelli-Profili). Una differenza ancora ampia in favore di quel “campo allargato” che da tempo segna sui propri muri le prime crepe, con immissione di “vetrini” un po’ ovunque, come si fa in caso di sisma, per comprendere se ulteriori scossoni potrebbero comportare il crollo dell’intera impalcatura politica. Difficile al momento ipotizzare le fuoriuscite di altri due membri del governo locale, che pareggerebbe i conti e manderebbe a casa Sisti con i componenti della giunta.
Il secondo colpo di scena, la pratica della discordia
Ma è l’esame e relativo voto della prima pratica all’ordine del giorno – appunto il “riesame della osservazione presentata con prot. 18684 del 25.03.2019 alla variante al piano regolatore generale parte strutturale adottato con deliberazione di consiglio comunale n. 1 del 04/02/2019 a seguito della sentenza del TAR dell’8 ottobre 2024” – a registrare l’ennesimo scossone che manda letteralmente in tilt il Partito democratico e la stessa governance.
Alla seduta non prende parte il sindaco Sisti, colto da improvvisa crisi febbrile, stando a quanto riferiscono gli addetti ai lavori. Sulla pratica (illustrata dal geometra Bordoni, non pervenuta la dirigente Spitella) c’è il parere tecnico favorevole degli uffici anche per l’assenza di vincolo archeologico (una sorta di acquedotto di epoca longobarda che, a detta della proprietà, non coincide con la terra soggetta all’esame dell’aula). Ma è il parere contrario politico dell’assessora Manuela Albertella, moralmente sostenuta dalle colleghe Renzi e Protasi (M5S), a innescare una impasse senza precedenti, vista la sfortunata assenza anche del sindaco.
Seguono le dichiarazioni di voto che non ti aspetteresti: il Pd si schiera a favore della pratica (rimangiandosi di fatto il voto di cinque anni prima) sostenuto, altra novità della giornata, dagli oppositori di Insieme per Spoleto. Astenuti i Civi umbri di Sisti, Maso e Filippi (voto che potrebbe far pendant con l’attacco febbrile del primo cittadino).
Il resto, per differenza, è un cataclisma. A votare contro sono i pentastellati Bonanni e Morganti e la vice presidente di O.S. Maura Coltorti che (su questa pratica) si ricordano gli impegni presi in campagna elettorale circa lo “stop alla consumazione del territorio”. C’è chi arriva persino a scusarsi per aver votato favorevolmente quella per il supermercato di Via Pietro Conti. Ma l’elenco delle scuse si potrebbe allungare se solo si guardasse ad altri punti della città interessati da recenti varianti che hanno suscitato più di un clamore tra gli abitanti. Redenzione sulla via di Damasco o giochi di spicciola politica? Voto contrario anche da parte di Enzo Alleori (ormai rimasto solo nel gruppo misto – socialisti).
Finisce con 11 voti favorevoli, 11 contrari e 2 astenuti. Pesa quindi come un macigno il mancato voto del primo cittadino, messo così all’angolo tra il perdere la fiducia del proprio board o quella della maggioranza che lo sostiene ancora.
Che poi non è che un’altra “crisi” che lo stesso ha registrato appena la scorsa settimana nella vicenda altrettanto delicata del Festival dei 2 Mondi, con il Cda che lo ha costretto a cambiar rotta e prendere una decisione sul nuovo Statuto su cui il Ministero della Cultura attendeva da almeno un anno una risposta in linea con gli stanziamenti e gli sforzi messi in campo da sempre da Via del Collegio. Un “muro” che ha sortito i propri effetti, anche se Giuli, non avendo ottenuto risposte formali (si attende l’esito del Cda del prossimo 26 marzo) alla conferenza stampa di presentazione si è trattenuto giusto il tempo necessario a ricordare la propria posizione e dare qualche numero sulla kermesse.
E se domani…
La pratica edilizia di Madonna di lugo, di fatto in una situazione di stallo come nel 2019, tornerà in aula il prossimo 27 marzo nel più fitto dei misteri circa l’esito del voto. Influenza e crisi di coscienze a parte, bisognerà comprendere come la “diplomazia” (si fa per dire) riuscirà a trovare una soluzione, quanto meno un voto da poter fare la differenza.
I dem, nella loro quasi cronica contraddizione, risultano compatti e potranno contare solo su un ripensamento dei Civici di Sisti, visto l’appoggio di Insieme per Spoleto.
E’ anche sulla lista civica dell’ex candidato sindaco Cintioli che si sono accesi i riflettori, visto che già da settimane si parlava di un eventuale ingresso in maggioranza con tanto di offerta della presidenza della Commissione normativa a Paolo Piccioni. Ma il movimento ha fatto chiarezza con una nota che, pratica edilizia a parte, li manterrà all’opposizione di Sisti. “I nodi che nel corso di questa consiliatura sono stati colpevolmente procrastinati, sono venuti al pettine” scrivono Cintioli, Piccioni e la neoentrata Loretoni “la vicenda PRG, nella quale si registra l’inerzia di questa maggioranza ne è l’esempio e l’atteggiamento di alcune forze politiche che sostengono il Sindaco sulla votazione di ieri ne è la dimostrazione. La maggioranza va in frantumi su una pratica semplice che in condizioni normali si sarebbe votata in tre minuti. Crediamo che non si possono fare giochi e ripicche sulle spalle dei cittadini nascondendosi dietro a princípi che in altre occasioni si è dimostrato di non considerare. Appare singolare, tra l’altro, la presa di posizione dell’assessore delegato alla materia (Manuela Albertella, n.d.r.) in aperto ed evidente contrasto con il partito di maggioranza relativa”.
Poi un passaggio che sembra poter rivendicare la vice presidenza del consiglio comunale, al momento assegnata ad un altro ex candidato a sindaco (Sergio Grifoni) che però, a differenza di Cintioli, guadagnò il ballottaggio con un maggior numero di preferenze: “Il nostro gruppo, da ieri il secondo per consistenza in Consiglio Comunale, si chiede e chiede al PD spoletino quanto possano essere ancora tollerabili certi atteggiamenti e se quella maggioranza che ha amministrato fino ad ora Spoleto esiste ancora. Per quanto ci riguarda l’interesse generale viene prima delle aspettative e dei mal di pancia di qualche cespuglio che oggi scopre la libertà di coscienza pur sedendo comodamente in Giunta” concludono i tre. Una nota scritta in punta di forchetta sulla quale interviene al telefono Cintioli per spazzar via ogni eventuale dubbio di accordo: “sia chiaro, mai con questa maggioranza, a dir poco confusionaria e poco competente”.
Rimane una sola lettura nella richiesta avanzata al Pd: è arrivata l’ora di staccare la spina alla guida di Andrea Sisti e tornare al voto? Una ipotesi su cui tra i dem si ragiona da fine 2024, anche se i centristi perugini del piddì assicurano ai referenti della Schlein, e a palazzo Donini, la conclusione della legislatura (2027). A meno di uno scatto di orgoglio del primo cittadino che potrebbe decidere di farsi da parte.
Le urne sarebbero fissate per la primavera 2026, per cui si profilerebbe più di un anno di commissariamento prefettizio che, forse, forse, servirebbe anche a “risistemare” quel piano di investimenti triennali su cui, nonostante il voto favorevole incassato le scorse settimane, comincia a montare qualche dubbio anche tra gli stessi referenti della maggioranza e persino tra i reggenti dei vari uffici.
Negli annali di Spoleto poi non sarebbe neanche una novità registrare due commissariamenti consecutivi: è già avvenuto tra il 1967 e il 1970 con la nomina di due Commissari prefettizi (in mezzo ci fu la sindacatura di Ercole Rossi) e tra il 1980 e il 1982 per le dimissioni di pezzi delle allora giunte municipali.
Intanto, vista la situazione politica attuale, a chiedere le dimissioni del sindaco sono, con una nota diramata sabato mattina, gli esponenti locali di Forza Italia.
La nota del centrodestra
Nel primo pomeriggio arriva invece la nota dei consiglieri comunali di centrodestra (Maria Elena Bececco, Alessandro Cretoni, Alessandra Dottarelli, Paolo Imbriani, Sergio Grifoni, Gianmarco Profili) a commento dell’ultima seduta del massimo consesso cittadino.
“Nell’ultima seduta del Consiglio comunale – ripercorrono gli esponenti di opposizione – si è discussa una osservazione ad una variante al PRG, parte strutturale, ovvero avviare l’iter per concedere l’edificabilità di 10.000 metri quadrati a un privato in una zona agricola nell’area di Madonna di Lugo, un’area già caratterizzata da insediamenti misti residenziali e produttivi, ma che presenta anche un’importante valenza culturale per la presenza di reperti di origine longobarda, che andrebbero tutelati e preservati. Quanto meno imbarazzante il comportamento del Partito Democratico, che in passato si era dimostrato fortemente contrario alla proposta ma, improvvisamente, giovedì ha votato a favore. Una scelta che appare priva di una motivazione chiara e che ha sollevato più di un dubbio tra i consiglieri.
Ripercorriamo la vicenda.
La stessa era già stata discussa alcuni anni fa, durante l’amministrazione De Augustinis.
Da subito l’opposizione dell’epoca – di cui facevano parte gli attuali consiglieri Trippetti e l’ex vicesindaco Lisci – si era dimostrata assolutamente contraria all’approvazione dell’osservazione, giudicando l’intervento previsto una cementificazione inutile e disorganizzata. Non solo, in Consiglio Comunale, sia l’opposizione, che la maggioranza, si astennero, tanto da far risultare la proposta non accettata.
Un ricorso al TAR, ha poi imposto la ripetizione della votazione, quella appunto di giovedì scorso dove, come detto, è avvenuto l’inaspettato cambio di rotta dei Consiglieri del PD, che hanno votato a favore.
Il Presidente del Consiglio comunale, Marco Trippetti, ha giustificato questa inversione parlando di “senso di responsabilità” e della necessità di evitare possibili ostacoli nell’iter di approvazione del PRG. Quali ostacoli crea, Trippetti però non lo ha detto, facendo risultare le sue parole vuote e prive di reale motivazione, insieme al fatto che creano un pericoloso precedente.
Ci chiediamo infatti: seguendo questa logica, in futuro qualunque cittadino che minacci un ricorso alla giustizia amministrativa per il rigetto di un’osservazione, dovrà essere accontentato per evitare problemi? Un principio insidioso che, tra l’altro, svilisce il ruolo del Consiglio Comunale, chiamato a compiere scelte autonome e responsabili in materia di pianificazione urbanistica, sempre nel rispetto dell’interesse collettivo, della tutela dell’ambiente e senza pressioni esterne.
Il PD ha dato dimostrazione di un’arrampicata sugli specchi, come già accaduto in passato con le varianti al PRG che hanno consentito la costruzione del supermercato MD e quelle che permetteranno la realizzazione di un altro Conad ed una inutile rotatoria su viale Marconi. Questa volta però il PD è restato solo! A differenza di altre occasioni, giovedì infatti si è trovato isolato: il Movimento 5 Stelle, Ora Spoleto e il consigliere Alleori hanno votato contro, rimanendo coerenti con le linee di mandato che parlano di bellezza, sostenibilità ambientale e zero consumo di suolo, mentre i consiglieri civici, fedeli al Sindaco Sisti, si sono astenuti, con lo stesso Sindaco che ha lasciato Palazzo comunale pochi minuti prima dell’inizio della seduta, ufficialmente per improvviso e provvidenziale malessere.
Solo i Consiglieri di “Insieme per Spoleto”, Cintioli, Piccioni e il nuovo acquisto Loretoni, sono andati in soccorso al PD votando favorevolmente ma, nonostante ciò, il risultato è finito sul filo del rasoio: 11 voti favorevoli contro 11 contrari, non facendo passare la pratica. La vicenda, dunque, non si chiude qui: giovedì prossimo si ritornerà a votare, e sarà interessante vedere chi manterrà la propria posizione e se, di contro, qualcuno sarà costretto ad adeguarsi alle logiche di partito. Questa vicenda lascia aperte numerose perplessità, una su tutte: la coerenza, questa sconosciuta”.
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(articolo in aggiornamento)