Carenza di posti letto rispetto ai pazienti Covid, soprattutto in terapia intensiva, e i focolai nelle Rsa. Sono questi i nodi che hanno spinto l’Umbria tra le regioni in fascia di rischio “arancione”. Con le conseguenti nuove restrizioni che scatteranno da mercoledì 11 novembre, in particolare il divieto di non uscire dal proprio comune se non per motivi di lavoro, studio, salute o stato di necessità e con la compilazione dell’autocertificazione.
L’autocertificazione per spostarsi:
dove scaricarla e come si compila
Eccoli, dunque, gli indicatori del monitoraggio settimanale che hanno fatto scivolare l’Umbria, per ora, nella fascia di rischio “arancione”.
I dati pubblicati dalla Cabina di regia Covid dell’Istituto superiore di sanità si riferiscono alla settimana dal 26 ottobre al 1° novembre, aggiornati al 9 novembre.
L’Umbria da mercoledì in fascia “arancione”:
tutti i nuovi divieti
Una settimana in cui l’Umbria ha registrato 3.211 nuovi contagi da Coronavirus, con un’incidenza nei 14 giorni di 674.44 per 100.000 abitanti. Un trend in crescita, come in tutte le regioni. Anche se in Umbria, come in Basilicata e nella Provincia di Trento, risultano in calo i focolai. L’indice di trasmissibilità stimato, Rt, è di 1.44, con uno “scenario 3”.
La valutazione della probabilità di diffusione del Covid è considerata “moderata”. Ma è “alta” la valutazione di impatto: “sovraccarico in terapia intensiva ed evidenza di nuovo focolaio in Rsa / case di riposo / ospedali. L’allerta relativa alla resilienza dei servizi sanitari territoriali è al livello 1: ind. 2.1 in aumento e sopra 30%.
La classificazione complessiva del rischio Covid in Umbria è quindi “alta”.
Quanto agli indicatori sulla capacità di monitoraggio dei contagi, l’Umbria passa da 62.4 a 87.8, “in aumento sopra soglia” per numero di casi sintomatici notificati al sistema di sorveglianza.
Quota 100.0 per il numero di casi notificati per mese con storia di ricovero in ospedale e 100.0 per i ricoveri in terapia intensiva.
Quota 99.2 per numero di casi notificati in cui è riportato il comune di domicilio o residenza.
Di fronte all’aumento dei casi di contagi a ottobre l’Umbria ha adottato la strategia di non testare i contatti asintomatici di positivi al Covid, ma di prevedere per loro direttamente l’isolamento fiduciario.
In questo caso gli indicatori di riferimento sono:
La probabilità di una escalation a rischio alto per l’Umbria nei prossimi 30 giorni è valutata oltre il 50% per un’occupazione alta delle terapie intensive e per le aree mediche.
Viene valutato alto l’impatto sulle strutture sanitarie e quindi la classificazione del rischio. Non viene però al momento stimata alta la classificazione per più di 3 settimane consecutive.
Quanto alla resilienza dei servizi sanitari umbri di fronte alla pandemia Covid, questi gli indicatori:
Quanto alla resilienza dei servizi sanitari territoriali c’è un’allerta segnalata.
Rispetto alla disponibilità di posti letto per i pazienti Covid, l’Umbria a ieri (9 novembre) ha portato a 111 le terapie intensive, per poi raggiungere il numero di 127 fissato dal Piano concordato con il Ministero della Salute. Da mercoledì sarà operativo l’ospedale da campo militare che l’Esercito sta installando nel piazzale antistante l’ospedale di Perugia.
L’assessore Coletto ha ricordato che l’Umbria è pronta ad assumere 300 infermieri a tempo determinato, procedendo contestualmente alle attività concorsuali per le stabilizzazioni.
C’è poi l’accordo per il mutuo soccorso con la Regione Marche (anch’essa con Bertolaso come consulente) che al momento ha parametri migliori dell’Umbria e per questo è rimasta in zona di rischio “gialla”, pur impegnando una quantità di personale sanitario inferiore rispetto alla popolazione.