“Si è concretizzata l’esigenza di riallineare l’offerta dei servizi alla effettiva domanda dei cittadini”: fu con tale motivazione, fredda e burocratica, che Poste Italiane replicò senza mezzi termini alle richieste inviate dalla Regione dell’Umbria e dall’Anci Umbria, che chiedevano il mantenimento di quindici sportelli sul territorio umbro a rischio chiusura.
Il neo assessore Antonio Bartolini si dichiarò “estremamente deluso dall’atteggiamento e dalla risposta di Poste Italiane” ricordando che gli stessi comuni si adoperarono evitare la scure postale.
Ad ora restano ancora in forse gli uffici postali di Annifo e Capodacqua di Foligno, nonostante lo stesso comune, per l’appunto, avanzò l’ipotesi di mettere a disposizione dei locali gratuitamente.