Posta e lunghe attese in fila, un binomio a cui in Italia siamo abituati da molto tempo.
Ma il problema oggi risulta fortemente amplificato dall’arrivo del Covid e dell’inverno. E’ ormai fatto quotidiano assistere o ritrovarsi per ore in fila, all’aperto, per poter ritirare una pensione, una raccomandata o pagare un bollettino.
E non tutto può essere fatto tramite i servizi online. E non tutti hanno l’opportunità di usare strumenti online.
Nella maggior parte dei casi si attende rassegnati il proprio turno, ma qualcuno inizia a denunciare questo disservizio. E’ il caso del sindaco di Narni Francesco de Rebotti, che affiancato anche da Adoc Umbria-Terni che dichiara: “La situazione degli uffici postali del territorio è diventata intollerabile”
“Decine di persone, soprattutto anziane, sono costrette a delle file interminabili, all’aperto, al freddo e alla pioggia di questo periodo. Ciò – spiega De Rebotti – in virtù della drastica diminuzione dei giorni di apertura sia degli uffici postali dei centri urbani più grandi che di quelli di periferia. Sentita la direzione di Poste mi è stato detto che dipende dalle direttive avute a livello nazionale per il contenimento del contagio.
Aspetto veramente paradossale – sottolinea nella nota il sindaco – perché per garantire la sicurezza di operatori e cittadini andrebbe programmata un’apertura più ampia piuttosto che un restringimento così pesante e questo proprio per garantire una spalmatura delle presenze evitando assembramenti come quelli che avvengono, in questi giorni, all’esterno ed in condizioni meteo sfavorevoli”.
Arriva a supporto del sindaco anche l’Adoc Umbria-Terni, che a voce della presidente Alessia Antonelli, riporta le numerose segnalazioni giunte dai cittadini all’Associazione di difesa e orientamento dei consumatori (adocumbria2020@gmail.com)
“Il disagio – spiega Antonelli – è chiaramente avvertito maggiormente dall’utenza più anziana che necessita di recarsi fisicamente agli sportelli, rispetto a un’utenza ‘smart’ in grado di utilizzare anche strumenti informatici”.
“Chi può, amministrazione regionale, Consiglio regionale e parlamentari dell’Umbria – conclude De Rebotti – raccolga questo profondo disagio, in particolare della popolazione più anziana ed agisca su Poste Italiane per modificare al più presto l’organizzazione delle aperture degli sportelli”.