E’ morto a 65 anni, a seguito di un malore mentre era in quarantena perché positivo al Coronavirus, Giovanni Selvi, presidente di Federcaccia Umbra. Da sempre federcacciatore, Selvi aveva ricoperto ruoli pubblici di rilievo sia all’interno dell’Associazione sia nell’Ambito Territoriale di Caccia Perugia 1, dove si era distinto per l’impegno nei confronti della piccola selvaggina stanziale, in un’ottica di tutela di tutte le forme di caccia e, soprattutto, della biodiversità.
Famoso per l’impegno nel mondo del sindacato e della politica dell’Alto Tevere durante le ultime decadi del secolo scorso, attorno al nome di Selvi si erano ricucite le divisioni interne a Federcaccia Umbra, dando vita al suo mandato il 7 agosto dello scorso anno.
Vedovo da qualche anno, il presidente era risultato positivo al Covid-19 alcuni giorni fa, ma sembrava aver superato brillantemente un breve periodo di febbre. Quando lo ha colto il malore si trovava in isolamento senza nessuno in casa con lui, visto che la suocera – con la quale conviveva – era stata appena ricoverata in ospedale. Lascia due figli e un nipote.
La Federcaccia Umbra, nelle persone del vicepresidente vicario Mauro Bacaro, dei presidenti provinciali di Perugia e Terni Marcello Spigarelli e Giulio Piccioni, del segretario Giampiero Morosi, di tutti i membri del consiglio direttivo regionale e dei presidenti di tutte le sezioni comunali, esprime le proprie profonde condoglianze alla famiglia del presidente Giovanni Selvi, nella certezza di continuare la propria opera lungo il percorso tracciato durante il suo anno e mezzo di mandato.