La Nit Holding Limited, la finanziaria cinese con sede a Hong Kong già rimbalzata agli onori delle cronache su alcune vicende legate alla città di Spoleto, torna a farsi sentire e stavolta lo fa con una “richiesta di rettifica” a Tuttoggi.info che aveva raccontato l’ultima Assemblea dei soci della Banca Popolare di Spoleto: l’adunanza che pochi giorni fa ha sancito il passaggio del controllo azionario al Banco di Desio e della Brianza. Avvenuto 18 mesi dopo il commissariamento disposto da Bankitalia che defenestrò i Cda della controllante Spoleto Credito e Servizi e controllata, Bps appunto. Per il Managing director e Cfo della Nit, Perry N. Hammer, il titolo e il contenuto dell’articolo “riportano affermazioni gravemente diffamatorie”.
Questa la trascrizione della richiesta di rettifica, allegata in immagini anche nella photogallery:
“La NIT Holdings Limited, con sede operativa in Hong Kang (SAR) P.R. China, in relazione all’articolo del 17 giugno scorso, relativo all’aumento di capitale della Banca Popolare di Spoleto, rileva quanto segue: 1) NIT Holdings Limited ha presentato offerta per l’acquisizione dell’intera partecipazione di controllo detenuta dalla società cooperativa Spoleto Crediti e Servizi in Banca Popolare di Spoleto, pari al 51,217% del capitale sociale; 2) NIT Holdings Limited ha offerto un prezzo di euro (omissis, n.d.r.) per ciascuna azione e quindi, complessivamente, di euro (omissis, n.d.r.); 3) NIT Holdings Limited si è obbligata a sottoscrivere e liberare in denaro un futuro aumento di capitale della Banca Popolare di Spoleto per un importo pari (o anche superiore) a euro (omissis, n.d.r.), corrispondente a euro (omissis, n.d.r.) per ciascuna azione; 4) NIT Holdings Limited è una società di investimento di primario standing internazionale, ben nota per i progetti di investimento realizzati in tutto il mondo e per la straordinaria solidità patrimoniale, e che pertanto offre le più ampie garanzie di solidità patrimoniale; 5) NIT Holdings Limited, che apprende dal quotidiano Tuttoggi che il Prof. Gianluca Brancadoro ha inviato l’offerta alla procura della repubblica di Spoleto “per le verifiche del caso”, sarà ben lieta di offrire tutti i chiarimenti che venissero eventualmente richiesti. La proposta di acquisto perseguiva, nello stesso momento, due obiettivi fondamentali, quali: a) il consolidamento patrimoniale della BPS, con un investimento almeno di euro (omissis, n.d.r.); b) la salvaguardia dell’investimento dei soci della SCS in BPS, con un ulteriore investimento da parte di NIT Holdings Limited almeno di euro (omissis, n.d.r.).
In merito ad un presunto “dileguarsi” da parte di NIT Holdings Limited nell’operazione relativa all’impresa “Panetto e Petrelli” si rileva che: a) NIT H.L. si era dichiarata disponibile all’acquisizione della società, con predeterminazione anche del prezzo di acquisto, alla condizione (tipica di qualsiasi negoziazione di partecipazioni societarie o di aziende) di una previa due diligence, che verificasse la consistenza patrimoniale e la situazione economico-finanziaria e contabile della stessa; b) la proposta di cui sopra non è stata accettata dai proprietari della società.
Si comunica che la scrivente si riserva ogni richiesta risarcitoria nelle competenti sedi giudiziarie a tutela della propria reputazione. F.to Dr. Perry N. Hammer”.
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LA REPLICA
Gentile dottor Hammer, non so il perché, ma ho la sensazione che questa replica darà più fastidio nei dintorni di Spoleto che nella lontana Repubblica popolare cinese. Dunque Lei non sa, o più probabilmente fa finta di non sapere, i motivi che hanno portato i Commissari a escludere la Vostra offerta. Eppure sarebbe bastato leggere il Verbale dell’Assemblea per averne una conferma ufficiale. Né mi sfugge che la presunta diffamazione (sigh) sia solo un maldestro tentativo per far conoscere la strepitosa (si fa per dire) offerta rilanciata ormai a giochi fatti, probabilmente per cercare di ‘trascinare’ ancora coloro che hanno da sempre risposto più a logiche personali che all’interesse reale di piazza Pianciani, dei suoi azionisti e dell’economia cittadina e regionale. Per questo, in considerazione che si sta parlando di una Società quotata in Borsa qual è Bps, ho omesso, essendo notizie price sensitive, i dettagli della Vostra, certo che non se ne avrà a male. Scorrendo dunque l’atto notarile dell’adunanza, troverà conferma dei due interventi dei signori Luca Capecchi e Carlo Ugolini. Il primo, nel presentare la proposta della Nit H.L., ha parlato anche di una allegata “nota informativa di Unicredit Mosca dove si conferma la disponibilità di fondi di Nit Finance Group Cooperative U.A., rispetto ai quali vi è una disposizione di pagamento da parte di quest’ultima per quindici miliardi di euro da ZAO Unicredit Bank di Mosca al c/c intestato alla Nit H.L. presso Bank Austria – member of Unicredit – ed è stata poi allegata ulteriore prova di disponibilità in capo a Mr. Saied Fallad son of Hamid, membro della NIT Finance G.C. U.A.”. Meno altisonante, ma più minatorio, l’intervento dell’Ugolini, presidente ASpoCredit, il quale, sostenendo la validità dell’offerta NIT H.L. ha chiesto “con forza e veemenza l’interruzione dell’Assemblea, paventando che in caso contrario la Procura della repubblica di Spoleto ed ogni Procura d’Italia si occuperanno di questa vicenda e che non sarà permesso un esproprio proletario”.
Non oso immaginare quale spavento devono aver provato i Commissari di Bankitalia di fronte a un simile intervento. Di certo quello che qui interessa, è la loro risposta ufficiale: “Quando furono presentate le offerte di NIT Holding Limited ed Aspocredit – si legge nel Verbale notarile – queste furono scartate dai Commissari i quali ritennero la documentazione attinente alla capacità finanziaria inattendibile, anzi fu anche segnalata alla Procura della repubblica qualche perplessità nutrita dagli stessi circa la documentazione e la serietà dell’offerta”. Ma non è tutto. “Allo stato attuale, alla luce dei non brillanti trascorsi dei due offerenti, stante anche una iniziativa della Procura della repubblica nei confronti di Nit Holdings Italia S.r.l. relativa all’effettività del capitale sociale, si è risposto all’offerta pervenuta venerdì sera (11 giugno 2014, n.d.r.), rigettandola”.
Caro dottor Hammer temo di doverLe dare una ulteriore cattiva notizia, visto che Lei sembra più informato da queste colonne che dai Suoi rappresentanti in loco. Dunque, l’ultima frase dei Commissari ci ha insospettito e così, facendo una veloce richiesta alla banca dati della Camera di commercio, abbiamo scoperto che il Gip di Spoleto (non so come lo chiamate in Cina, qui è l’acronimo di Giudice per le indagini preliminari) ha disposto il sequestro preventivo del capitale della Vs. Nit Holdings Italia S.r.l..
Secondo l’accusa i due certificati emessi dalla Repubblica degli Stati Uniti del Brasile il 14 giugno 1972 (nella photogallery ne riporto uno a titolo di esempio) trasferiti alla Nit e pari a 2,4 miliardi di cruzeiros, varrebbero neanche 100 delle vecchie lirette italiane. Le riporto uno stralcio dell’atto, sicuro di farLe cosa gradita: “Con i suddetti titoli i soci della Nit Italia (al momento figurano Nit Holding Limited, Bruno Toma e Lorenzo Gregori, n.d.r.) con due delibere notarili del maggio e del luglio 2013 asseverate da una perizia di stima, aumentavano fittiziamente il capitale sociale per un importo pari a euro 150 milioni, benché il valore attuale da attribuirsi ad ogni singolo certificato era in realtà pari a € 0,000270”.
Sarà per questo che lo scorso 10 febbraio 2014 il Vs. Carlo Alberto Zualdi, nominato il 14 maggio 2013 quale “Sindaco unico” nonché responsabile “di controllo di gestione e di revisione legale dei conti di Nit Italia” si è dimesso dalla carica societaria?
Spiace infine smentirla anche sul fronte della due diligence alla Panetto & Petrelli. Questa infatti, a quanto consta a Tuttoggi che ne parlò il 16 luglio 2013 senza essere smentito (qui), fu operata dallo stesso Zualdi (pochi mesi prima di diventare Assessore al bilancio del Comune) e dall’ex presidente della Scs Leodino Galli quali consulenti della Nit Holdings Italia. Che il duca Varano di Camerino e la di lui consorte, o magari il figlio di quest’ultima Toma, si siano dimenticati di comunicarglielo?
Ometto di chiederLe che fine hanno fatto gli annunciati, mirabolanti investimenti sulla città di Spoleto; la risposta mi sembra abbastanza scontata. In linea con il tutto.
Coldiali Saluti,
Carlo Ceraso