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PopSpoleto, c'è banca interessata a quota Mps. Scs, convoca assemblea ma l’accordo invocato dal Tribunale non c’è

Redazione

PopSpoleto, c'è banca interessata a quota Mps. Scs, convoca assemblea ma l’accordo invocato dal Tribunale non c’è

Ven, 18/05/2012 - 19:50

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C’è una banca disposta a rilevare la quota che Monte Paschi di Siena detiene nella Banca Popolare di Spoleto. La notizia rimbalza direttamente da Milano, la capitale italiana della finanza. Secondo questa, infatti, Rocca Salimbeni avrebbe dato mandato al proprio advisor di trovare un acquirente disposto ad entrare in Bps. Una trattativa avviata già da qualche mese ed indirizzata essenzialmente verso due istituti di credito: la Popolare Emila Romagna (Bper) e la Popolare di Vicenza. La prima ha declinato l’offerta, la seconda invece sembra molto interessata alla partita al fine di posizionarsi anche in Centro Italia. E’ in questo contesto che da Spoleto, a detta dei bene informati, sarebbe partita alla volta del Veneto (il condizionale è d’obbligo) una commercialista interessata indubbiamente a conoscere lo sviluppo della trattativa, anche se non è dato sapere in nome e per conto di chi la professionista avrebbe agito.
Verso la scalata? – difficile credere che l’istituto presieduto da Giuseppe Zonin sia interessato a svolgere solo un ruolo di socio di minoranza. La storia degli ultimi 30 anni, infatti, fa ipotizzare altro, visto che PopVicenza ha acquisito il controllo o l’intera partecipazione degli istituti di credito che sono entrati a far parte di quello che è uno dei più interessanti gruppi bancari della penisola (il bilancio 2011 si è chiuso con +84 milioni di euro di utili). Dal 1985 ad oggi ha acquistato infatti la Popolare Agricola di Lonigo, PopThiene, PopSette Comuni – Asiago, PopVenezia, Banca Nuova Palermo e Banca del Popolo di Trapani (fuse nel 2000 in Banca Nuova con 100 sportelli in Sicilia, Calabria e Puglia) e conquistato la maggioranza in PopCastelfranco Veneto, PopTrieste, PopBelluno, PopValdobbiadene, PopUdinese. Dal 2002 ha fatto il suo ingresso in CariPrato (70 sportelli in Toscana) incorporata dallo scorso anno, insieme a Banca Nuova, nella capogruppo PopVicenza. Negli ultimi 3 anni l’istituto di Zonin ha aperto sedi di rappresentanza a Milano e Roma e aperto nuovi uffici di rappresentanza a San Paolo in Brasile e New York che vanno così ad aggiungersi a quelli di Shangai, Honk Kong e New Delhi. Una curiosità: nel 2007 la Popolare veneta – 680 sportelli, 5.600 dipendenti e 1 milione di clienti sparsi sul territorio nazionale – ha rilevato 61 sportelli nelle province di Brescia e Bergamo da Ubi Banca, l’istituto dal quale proviene il d.g. di PopSpoleto Francesco Tuccari.
La scure di Moody’s – intanto l’agenzia di rating americana si è abbattuta nuovamente sulle banche italiane. 26 quelle finite nel mirino a cominciare da grandi gruppi come Unicredit e Intesa San Paolo (da A3 a A2), Mps (da Baa1 a Baa3) e Ubi Banca (da A3 a Baa2). Immediata la reazione dell’Associazione Bancaria Italiana che ha liquidato come “irresponsabile, incomprensibile e ingiustificabile” la decisione di Moody’s. “Per abbassare il rating questa volta si tirano in ballo le misure di austerità varate dal Governo Monti che una volta le stesse agenzie invocavano allorché disegnavano l’outlook negativo delle imprese bancarie” si legge nella nota Abi che conclude parlando di una “aggressione all’Italia, alle sue imprese, alle sue famiglie, ai suoi cittadini”. La scure dell’agenzia si è comunque abbattuta anche su PopSpoleto. Leggiamo il comunicato a firma del presidente D’Atanasio: Long-Term debt rating Ba2 (da Baa1), Short-Term debt rating NP (da P-2), Bank Financial Strenght Rating D (da C-), Outlook Negativo. Un duro colpo per piazza Pianciani se si confrontano i nuovi rating con la scala utilizzata da Moody’s (clicca qui).
Scs in assemblea, ma senza accordo – ma a far parlare più di tutto e tutti è ancora una volta la holding di Bps, la Spoleto Credito e Servizi del presidentissimo Antonini che ha convocato per il prossimo 29 giugno (il 30 in seconda convocazione) l’assemblea dei propri soci. Come si ricorderà su quella del 17 dicembre scorso – che aveva riportato in sella Antonini e Bellingacci con metodi a dir poco discutibili – erano stati presentati due ricorsi: uno da parte di alcuni membri del vecchio board (Solfaroli, Cucchetto e Raggi), l’altro di alcuni soci dell’istituto. Ricorsi sui quali pende il dispositivo del giudice Bellina che ha temporaneamente tolto al board i poteri della straordinaria amministrazione (qui) ma, ancor più, il parere del giudice istruttore Laudenzi che il 27 aprile scorso aveva auspicato che le parti trovassero una intesa per ripetere l’assemblea (qui). L’accordo però ad oggi non c’è stato. Anzi sembra proprio che le parti in causa (gli avvocati Morera e Feliziani per la Scs; Zaccheo e Mazzi per Solfaroli l’ex Cda e Marcucci per i quattro soci) non abbiano avuto fin qui modo di incontrarsi per stabilire modalità condivise su come gestire la nuova adunanza. Ecco perché il comunicato che da due giorni appare sul sito Scs è arrivato come un fulmine a ciel sereno, anche se alcuni non mancano di definirlo come un “una provocazione in barba al parere reso dal giudice”. In effetti guardando all’oggetto dell’ordine del giorno si legge: “Determinazioni in ordine alla permanenza o meno della fiducia degli attuali amministratori ed eventuale nomina di nuovi componenti del Consiglio di Amministrazione”. Che è qualcosa di diverso dal ripetere l’assemblea, come avrebbe auspicato il Tribunale che aveva parlato di “qualche sgambetto di troppo” commesso durante l’assemblea di dicembre. In pratica non furono rispettate le norme dello Statuto – come ha poi confermato il video che TO® aveva avuto la possibilità di visionare e pubblicare su queste colonne (clicca qui). La conferma dell’assemblea arriva nel primo pomeriggio con un comunicato stampa inviato dalla holding a tutte le redazioni e dal sapore anche moralistico, ovviamente sulla linea dell'antoninipensiero. Un documento che, neanche a dirlo, non è stato inviato a Tuttoggi.info ma che possiamo ugualmente offrire ai nostri lettori. Leggiamolo: “Il Cda della SCS, pur nella consapevolezza di essere già nella piena legittimità del proprio ruolo, conferita nell'assemblea del 17/12/2011, in ossequio al suggerimento emerso in sede di udienza del 26/04/2012, ritorna a chiedere ai suoi soci di riconfermare le scelte già effettuate ed attualmente sub judice. La regola democratica del resto, secondo la quale la maggioranza vince, non è mai un atto di arroganza ma uno strumento indispensabile per il funzionamento delle istituzioni. Purtroppo, a volte può capitare che chi non ottiene la maggioranza dei consensi non riesca ad accettare il volere assembleare generando fibrillazioni e tensioni. La Scs ha quindi accolto, nonostante il parere dell'assemblea dei soci del 17 dicembre 2011 non fosse soggetto a dubbi o a equivoci, il suggerimento improntato al buon senso in quanto mira a restituire alla Spoleto Credito e Servizi e di conseguenza alla Banca Popolare di Spoleto, quella serenità indispensabile per affrontare con decisione e lungimiranza la pesante crisi economica che sta investendo il sistema creditizio europeo”. Segue la nota ufficiale, dalla quale però non si evince né l’ora di convocazione dell’assemblea degli azionisti, né il luogo. Una decisione, quella presa dal board, che ha ancor più mandato in fibrillazione gli avvocati delle controparti, tanto che non si esclude un ulteriore ricorso alla magistratura per fermare l’annunciata adunanza.
Minacce a TO® – continua a sollevare molta indignazione l’aggressione subita dal direttore di Tuttoggi.info (qui) ad opera di uno dei “protagonisti” di quella che è stata ribattezzata come l’assemblea della “vergogna”. Tanti gli attestati di solidarietà postati su TO® – tra cui quello del Pd e del Gruppo consiliare Rinnovamento – ai quali si sono aggiunte molte telefonate di alcuni sindacalisti bancari, di due consiglieri provinciali Pdl e di diversi consiglieri comunali, solo per citarne alcuni. Ed è nell’ottica del venticello di intimidazione, su cui indaga la procura della repubblica di Spoleto, che torna ad inserirsi un blog cittadino il quale, grazie a “rumors infallibili” (testuale), ha voluto fornire una versione diversa dei fatti, inducendo in chi legge il farneticante resoconto il dubbio che a provocare l’aggressione sia stato addirittura il giornalista. E’ la macchina del fango – ancora una volta scatenata nei confronti di queste colonne e dei suoi giornalisti -, quella da tempo messa in atto da servitori sciocchi per cercare di minare la credibilità del prossimo, specie di chi fa il proprio mestiere (il nostro è di riportare anche i fatti scomodi ai potenti locali). Un macchina che si avvale anche di tale blog e annesse telecamere, tanto care, ahinoi, anche a rappresentanti delle istituzioni locali e a politici di ogni specie e partito che, pur di comparire nel tubo catodico, dimenticano anche le regole più elementari. Ovviamente anche questo “fango” sarà a breve portato all’attenzione delle autorità competenti. Perché le parole sono importanti. Ce lo hanno ricordato in questi giorni Fabio Fazio e Roberto Saviano.
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