Sara Cipriani
Sono almeno due gli imprenditori del comprensorio di Spoleto interessati alla Clitumnus, la newco di Francesco Carbonetti e Carlo Colaiacovo che ha presentato una offerta di acquisto per Banca Popolare Spoleto. All’industriale Bruno Urbani, già presidente Bps e molto vicino al leader del gruppo Colacem dai tempi della presidenza Colaiacovo in Confindustria, si potrebbe aggiungere un altro imprenditore, Zefferino Monini, ad dell’omonimo gruppo agroalimentare. Da settimane la neo società ha agganciato il mondo industriale spoletino al fine di coinvolgere quanti più finanziatori possibili nel tentativo di scalare PopSpoleto. Raggiunto al cellulare, Monini conferma a Tuttoggi.info di aver ricevuto il “dossier” ma non aggiunge molto di più: “devo valutarlo attentamente prima di prendere ogni tipo di decisione” dice al telefonino. Non sarà invece della partita un altro industriale da sempre attento alle vicende Bps/Scs, Mario Arcangeli (è uno dei firmatari del ricorso contro l’assemblea della ‘vergogna’ di dicembre 2011, quella che rimise in sella dominus Antonini): “penso solo al mio lavoro”.
Il day after che qualcuno temeva a piazza Affari – dopo che Scs aveva dichiarato il proprio rifiuto all’offerta di Clitumnus – non c’è stato. Anzi, il titolo ha chiuso ancora in rialzo a 3,03€ con un incremento del 6,69% rispetto a ieri, in controtendenza con il Fits Mib fermo a -0,03%. Sia chiaro, non c’è voluto molto a sollevare la performace: a fine giornata erano 317 i contratti chiusi alla Borsa per un totale di 5.250 azioni scambiate. Più o meno 14-15 mila euro. Una bazzecola rispetto ai 50 milioni di titoli passati di mano per Mps che ha chiuso con +2,29%, fra i migliori della giornata. C’è chi giura che l‘euforia che da qualche giorno si registra intorno alla quotazione del titolo umbro potrebbe nascondere la mira a frenare proprio la cordata umbro-laziale che sul piatto offre 2,1€ a azione per il avere da Scs il controllo di Bpop Spoleto. Una offerta che secondo una fonte di piazza Pianciani che preferisce rimanere anonima sarebbe come “un bagno di sangue per i soci della cooperativa”. Quella odierna è stata però la giornata delle dichiarazioni. A cominciare dal sindaco di Spoleto, Daniele Benedetti
“Massima chiarezza” – la nota del primo cittadino, scritta in punta di forchetta, evidenzia come neanche il cambio al vertice della Popolare, con Brandani che ha sostituito “il dimissionario D’Atanasio nominato alla guida della banca solo 11 mesi fa” abbia “allentato le tensioni sul futuro dell’istituto bancario”. “L’Amministrazione Comunale segue con molta attenzione l’evolversi dei fatti – scrive Benedetti – perché, come ho avuto modo di affermare dall’inizio di questa vicenda, non priva di continui colpi di scena, per la BPS vanno ricercate soluzioni che salvaguardino i posti di lavoro, gli azionisti e la città stessa che è la sede storica di una rilevante banca territoriale dell'Umbria. Stiamo assistendo ad una fase cruciale per l'istituto, quella dell'individuazione del nuovo partner che dovrebbe sostituire Mps dopo la rottura dei patti parasociali. L’Amministrazione comunale chiede la massima chiarezza e trasparenza e si augura che la scelta della nuova autorevole guida al vertice della BPS si inquadri non solo nel rafforzamento della governance, ma soprattutto nella ricerca di soluzioni che confermino e consolidino il ruolo della Banca Popolare di Spoleto come banca della città e degli umbri”.
“Nessuna determina” – rompe il silenzio anche il presidente della Fondazione CariTerni, Mario Fornaci, il cui istituto, come riportato nell’edizione di ieri, sembra “tirato per la giacca” sia dalla Clitumnus, sia da una cordata di imprenditori romani disposti a sostenere l’azione di Antonini rilevando le sole quote di Mps. “La Fondazione non ha assunto alcuna determinazione in proposito”. Come a dire che qualcosa di concreto su cui lavorare e pensare c’è ai piani alti di Corso Tacito.
Tre offerte – non ci sarebbe solo la cordata del Clitunno ad essere interessata al riassetto di PopSpoleto, l’unica comunque ad aver ufficializzato il proprio interesse a palazzo Koch. Stando ai rumor di piazza Pianciani altre due cordate imprenditoriali sono in stretto contatto con Antonini per cercare l’accordo tanto atteso. Una sarebbe squisitamente romana, l’altra costituita da industriali di Piemonte e Liguria. Entrambe però sarebbero ‘scoperte’ di un istituto o fondazione bancaria in qualità di ‘garante’ dell’operazione, condizione che agevolerebbe l’eventuale nulla osta di Bankit. Si spiegherebbero così le pressioni esercitate recentemente anche sulle Fondazioni umbre, la maggior parte delle quali si sono dette estranee ad ogni interessamento.
Riflettori accesi – ad accendere i riflettori, dopo quelli di ieri della Consob che ha invitato la Clitumnus ad uscire allo scoperto, sarebbero anche due istituti di rilievo come Unicredit e Intesa Sanpaolo che, per motivi e aspetti diversi, hanno i loro interessi in Umbria potendo contare su decine di filiali sparse in tutte la regione. L’istituto di Giuseppe Vita guarda con una certa attenzione le manovre della Fondazione CariPerugia di Colaiacovo che di Unicredit detiene poco meno del 1% (sufficiente a piazzare un proprio rappresentante nel prossimo Cda di piazza Cordusio a Milano in scadenza fra un anno). Più tranquillo il monitoraggio da parte della banca del presidente Giovanni Bazoli, dopo che le fondazioni di Spoleto, Foligno e Castello (ad eccezione di Terni) hanno appunto dichiarato di non essere interessate a Bps. Decisione più che scontata visto che i rispettivi presidenti siederanno nel board della neocostituita Casse di Risparmio dell’Umbria.
Il count down – Siena ha concesso a Scs altri 15 giorni per rilevare le quote che Mps detiene in Scs e Bps, termine scaduto domenica scorsa dopo i sei mesi previsti contrattualmente nei patti parasociali. La cooperativa sperava in almeno altri due mesi e ancora non dispera di ottenere più tempo per raggiungere il proprio obiettivo di mantenere il controllo della Popolare. Le lancette per il momento restano ferme al prossimo 11 febbraio quando scadrà l’ultimatum imposto da Profumo.
Brandani a Spoleto – intanto oggi è stata la ‘prima volta’ di Alberto Brandani, neopresidente dell’istituto umbro, che ha incontrato le organizzazioni sindacali. La riunione, com'era prevedibile, è servita per presentare il capo del board, che era accompagnato dal d.g. Tuccari. Ai sindacalisti Tuccari ha fatto il punto della situazione senza entrare nei dettagli delle proposte di offerta arrivate sul tavolo della controllante. Il direttore ha anche assicurato che ci sono trattative in corso con Mps per ottenere un nuovo rinvio sulla sadenza prevista dai patti parasociali dichiarandosi in qualche modo fiducioso. Le parti sociali hanno rinnovato la richiesta di vedere attuati i tagli ai compensi di manager e amministratori, questione su cui Brandani si è riservato di discutere al prossimo incontro. Sul sito della banca infine è stata pubblicata una nota relativa alle prossime scadenze: il 13 marzo è stato convocato il board per l’approvazione del progetto di bilancio 2012. Il 30 aprile sarà invece la volta dell’Assemblea dei soci per la successiva approvazione. Resta solo da capire chi per quella data siederà sulle poltrone della Cesari.
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Aggiornato alle 11.10 del 30 gennaio
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