Per i pretendenti al controllo di Banca Popolare Spoleto il count down è cominciato. Ancora 9 giorni e le offerte dovranno essere formalizzate ai Commissari straordinari inviati da Bankitalia per mettere in sicurezza piazza Pianciani. A quanto trapela, con Popolare Bari che ieri l’altro ha chiuso l’accordo per rilevare la commissariata Banca Tercas, restano tre i probabili acquirenti: la cordata umbro-laziale Clitumnus che vanta la presenza di Monte Paschi Siena, Banca di Desio Brianza e la Popolare Vicenza. Anche se quest’ultima, che nel frattempo avrebbe chiuso l’accordo per acquistare lo sportello Bps di Torino, sarebbe più interessata a rilevare Banca Marche che l’istituto umbro. La partita, con ogni probabilità, si giocherà quindi a due.
Clitumnus ieri ha riunito i propri soci a Perugia per fare il punto di situazione alla luce anche dei dati forniti dai consulenti che stanno concludendo la due diligence. Nessun commento ufficiale, anche se gli imprenditori che si sono affidati alla guida del professor Francesco Carbonetti si mostrano fiduciosi di poter chiudere la partita sia perché disponibili a rivedere al rialzo l’offerta iniziale, sia perché la cordata sa di essere l’unica a voler riconoscere un ruolo alla holding Scs, ormai a un passo dal baratro. La riunione è stata comunque aggiornata al prossimo 11 novembre, sempre negli uffici di Corso Vannucci della Fondazione CariPerugia. Inutile dire che si attende la risposta ufficiale circa l’eventuale ingresso di Fondazione CariTerni, al cui Cda continuano ad arrivare numerose sollecitazioni a non trascurare quello che è considerato l’ultimo istituto bancario umbro. In tal senso potrebbe pesare un dato trapelato dalla due diligence: sembra infatti che gli impieghi Bps siano alquanto sostanziosi nella provincia di Terni, a fronte della raccolta che registrerebbe una maggiore percentuale in quella di Perugia.
Ma al lavoro ci sono anche i consulenti di Banco Desio la cui due diligence, a detta dei bene informati, “è alquanto approfondita”, a dimostrazione di quanto sia forte l’interesse del gruppo del presidente Gavazzi nei confronti di PopSpoleto.
Sindacato spaccato – intorno e persino dentro piazza Pianciani si registrano più ‘movimenti’ in difesa della banca, alcuni dei quali non del tutto chiari. Come la decisione, a dir poco clamorosa, presa da alcune sigle sindacali di dar vita a un “Comitato” (sarebbe il quarto) di “dipendenti e soci Bps e soci Scs”. L’iniziativa porta la firma delle sigle aziendali Cisl, Fabi e Ugl (quelle da sempre ritenute più vicine all’antoninipensiero). Leggiamo un documento che Tuttoggi.info ha potuto visionare. “è sul delicatissimo aspetto del mantenimento dei livelli occupazionali e della salvaguardia delle professionalità, che l’Organo di Coordinameno FIBA-CISL della Banca Popolare di Spoleto, ha ravvisato la necessità, prontamente condivisa e sostenuta da alcune delle più rappresentative organizzazioni sindacali presenti nell’Istituto, di dare vita al Comitato dipendenti soci della Bps e/o Soci della Scs”. Che il sindacato abbia abdicato in favore del Comitato? Difficile dirlo. La notizia ha fatto fare un salto sulla sedia ai vertici regionali delle tre sigle, tenute all’oscuro della bizzarra iniziativa. Dalla quale hanno preso le distanze Cgil, Uil e Filcea, “non fosse perché nessuna organizzazione possiede azioni della banca e quindi non si capisce come potremmo rappresentare l’azionariato” ironizzava ieri un sindacalista.
Manifesti in città – in città nel frattempo sono apparsi diversi manifesti firmati dalle associazioni Aspocredit (resuscitata ad hoc in queste settimane) e Le Torri – entrambi guidate da ex amministratori e fedelissimi dell’ex dominus Antonini – che annunciano di aver formalizzato ai Commissari una “offerta vincolante di ristrutturazione del capitale della Banca popolare di Spoleto SpA con mezzi propri”.
© Riproduzione riservata
pop spoleto, count down per l’acquisto / clitumnus a conclave, desio attende due diligence
Mer, 06/11/2013 - 07:27