E’ stallo dopo il nuovo tavolo di governance tenutosi ieri (venerdì 13 maggio) a proposito della situazione della polizia provinciale di Terni e Perugia. Un problema, quello del riallocamento dei dipendenti del corpo dopo la riforma Delrio, che i sindacati continuano a raccogliere e segnalare, esprimendo tutta la loro preoccupazione per il futuro, ad oggi, di 38 poliziotti di Perugia che attendono ancora di scoprire quale sarà il proprio futuro lavorativo. Una situazione, inoltre, che vedrà i dipendenti della polizia provinciale in cassa integrazione dopo dicembre 2016, se i nodi non verranno sciolti prima.
In piedi c’è ancora la complessa vertenza: da parte dei lavoratori resta valida, fanno sapere i sindacati in una loro nota, la disponibilità di arrivare ad un accordo sui criteri per selezionare le dotazioni organiche utili a garantire le funzioni afferenti alla Provincia, all’interno di un protocollo complessivo che assicuri la ricollocazione di tutto il personale della polizia provinciale. eppure di fronte a questa proposta, “l’amministrazione regionale e provinciale non hanno di fatto risposto. Quindi nessuna certezza ma un ulteriore rinvio delle decisioni da prendere, mentre ad oggi risultano non ricollocati 38 poliziotti nella provincia di Perugia e non si ha alcuna certezza rispetto a chi effettuerà le funzioni di controllo della caccia e della pesca“.
I sindacati dunque ad oggi chiedono che si definisca: un accordo integrativo all’accordo quadro “esuberi zero“ solo per la polizia provinciale; che “la Regione dica con chiarezza con quali modalità e risorse vuole svolgere le funzioni di controllo ad essa riassegnata, che l’Anci definisca definitivamente le disponibilità di ri allocazione nei Comuni.
Abbiamo inoltre chiesto – continuano i sindacati – anche alla luce del recente incontro tra le regioni e il ministro Poletti di convocare una riunione urgente sulla questione dei centri per l’impiego. Il ministro ha infatti ipotizzato una proroga della convenzione in atto, soluzione questa inaccettabile sia per il futuro dei servizi che per le garanzie occupazionali. Ancora più allarmante in Umbria, dove lavorano in questi servizi circa 50 precari“.
Per queste ragioni i sindacati hanno annunciato che la mobilitazione continuerà: appuntamento al prossimo 25 maggio, per un’intera giornata di sciopero dei lavoratori pubblici.
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