La data è quella dell’8 maggio: le sigle sindacali della polizia penitenziaria hanno richiesto, attraverso una loro nota, un incontro urgente con il direttore e il comandante del Nuovo Complesso Penitenziario di Perugia. Il motivo? “Discutere delle gravi situazioni lavorative che ultimamente hanno coinvolto tutto il Personale di Polizia Penitenziaria dell’Istituto“. Nello specifico all’interno della nota si parla di: “diminuzione di sicurezza per il personale durante l’espletamento dei compiti istituzionali relativamente all’ormai quotidiano accorpamento di più posti di servizio; elevati carichi di lavoro dovuti alla grave carenza di Personale del ruolo Ispettori e Sovrintendenti, nonché dall’elevato numero di distacchi di Unità verso sedi extra moenia (Gruppo Operativo Mobile, Provveditorato, Magistrato di Sorveglianza, U.E.P.E. Spoleto, Dipartimento Roma), che limitano drasticamente il recupero psico-fisico per le poche Unità presenti ; grande difficoltà nella compilazione del servizio programmato mensile che spesso non concilia con le esigenze di servizio e le richieste di giorni liberi espresse dal Personale come previste nel contratto di lavoro; assegnazione di detenuti da altri Istituti Penitenziari con patologie psichiatriche non idonei alla nuova gestione della popolazione detenuta in “Sorveglianza Dinamica”.
Per questo, prima dell’incontro con direttore e comandante, gli agenti hanno dichiarato lo stato di agitazione per sensibilizzare gli uffici. Intanto, a dare manforte alla penitenziaria, è intervenuta anche Carla Spagnoli, del Movimento per Perugia. “Massima solidarietà e vicinanza – scrive Spagnoli – del Movimento per Perugia ai poliziotti della Penitenziaria che al carcere di Capanne hanno proclamato lo stato di agitazione. Ancora una volta siamo costretti ad assistere ad un silenzio vergognoso dello Stato verso i suoi leali servitori, trattati quasi come “Poliziotti di serie B”! Basti pensare alle aggressioni contro gli agenti in servizio a Capanne, ormai sempre più frequenti”.
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