POLITICHE SOCIALI, LA RIFLESSIONE DEL GRUPPO CONSILIARE LB SUGLI EFFETTI DELLA CRISI IN COMUNE - Tuttoggi.info

POLITICHE SOCIALI, LA RIFLESSIONE DEL GRUPPO CONSILIARE LB SUGLI EFFETTI DELLA CRISI IN COMUNE

Redazione

POLITICHE SOCIALI, LA RIFLESSIONE DEL GRUPPO CONSILIARE LB SUGLI EFFETTI DELLA CRISI IN COMUNE

Sab, 14/05/2011 - 17:59

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del Gruppo consiliare Lista Baldassarre (*)

La crisi comunale in atto a Terni è frutto, secondo le parole dei “dissidenti” che l’hanno provocata, di un contrasto interno al PD e alla maggioranza su alcuni temi fondamentali.
In realtà l’analisi delle questioni reali sembra essere tutt’altro che al centro delle “consultazioni” in atto nel centro-sinistra. È proprio di problemi e di soluzioni, invece, che le forze politiche dovrebbero occuparsi. E’ di questo, in ogni caso, che noi vogliamo tornare a parlare.
Tra tutte, la questione forse più rilevante — non a caso è anche quella che più ha contribuito a determinare la spaccatura nella maggioranza — è quella delle politiche sociali del Comune.
Il tema dei temi: da un lato perché riguarda una realtà, quella dei servizi ai più deboli, agli invalidi, ai minori, agli anziani non autosufficienti, ai soggetti in difficoltà, che incide a fondo nella vita di tanti nostri concittadini e delle loro famiglie, dall’altro per l’ingente spesa che il Comune destina al settore.
Sul tema del sociale abbiamo lavorato a fondo, presentando interrogazioni e atti di indirizzo con proposte concrete, praticabili, anche in un quadro caratterizzato da diminuite risorse. Che sono sì un problema, ma possono anche diventare uno stimolo a cambiare finalmente un sistema che così com’è (a Terni costa più che nel resto dell’Umbria e fornisce servizi peggiori) non può proprio andare avanti.
Cambiare si deve e si può, ma occorre partire da un’analisi seria del passato, “fotografare” senza sconti il presente ed essere disposti a fare scelte nuove e coraggiose per il futuro.
Di sicuro l’approccio peggiore è quello scelto dall’Amministrazione: non è possibile prendere decisioni su un tema così importante con un semplice allegato al bilancio, senza permettere ai Consiglieri di entrare nel merito delle scelte proposte. Occorre, invece, avviare una riflessione specifica del Consiglio su questo tema al dì fuori dalla procedura del bilancio.
A questa riflessione vogliamo contribuire indicando delle vie chiare, innovative, percorribili.
Queste in sintesi le nostre principali proposte.
Deleghe alla ASL
E’ importante che il Comune invece di continuare ad affidare i servizi alla ASL, li gestisca direttamente. Ciò gli consentirebbe un risparmio di circa il 20% non dovendo più rimborsare alla ASL stessa le spese organizzative. A tal fine si deve fare una seria verifica per ogni servizio finora affidato in delega alla ASL4 e stabilire se è possibile tornare ad una gestione diretta da parte del Comune. Ove non sia possibile, bisogna chiarire quale sia il motivo, e quale il valore aggiunto, del mantenimento della delega e attivare, se necessario, una seria ristrutturazione della macchina amministrativa del Comune per superare comunque l’affidamento alla ASL in tempi ragionevoli. L’Assessore Bucari non ha chiarito il motivo per cui propone di ritirare alcune deleghe e confermarne altre e per quanto tempo intenda mantenerle. Probabilmente la ragione reale delle scelte effettuate è l’enorme debito che nel tempo il Comune ha accumulato nei confronti della ASL per i servizi da essa fin qui svolti. Debito di svariati milioni che la Giunta, nonostante le richieste dell’opposizione, non ha mai voluto rendere noto e che sembrerebbe non essere riportato per intero nei conti del Comune. La revoca di tutte le deleghe imporrebbe di fare chiarezza su questo importo. Non è possibile che, per evitare di chiarire cosa è stato fatto in passato, si continui anche in questo ambito a perpetuare un sistema inefficiente.
Tutti i servizi devono essere affidati attraverso gara
Finora sia la ASL che il Comune hanno affidato i servizi alle cooperative senza gara, con affidamenti diretti e prorogando le convenzioni esistenti. Questo sistema, che non permette una sana competizione tra gli attori del settore, è iniquo, costoso e non risponde ai principi imposti dalla legge:
• è iniquo perché crea dei privilegi a favore solo di certe cooperative escludendone altre e perché impedisce ad altre realtà di nascere. In questo modo tra l’altro solo chi conosce le cooperative “giuste” può sperare di lavorare nel settore;
• è costoso perché senza gara non si seleziona l’operatore che offre i servizi migliori a costi più contenuti e quindi si spende molto ma si offrono ai cittadini servizi limitati.
Il sistema della gara, invece, deve essere utilizzato per tutti i servizi esternalizzati ed anche per scegliere i soggetti privati con cui il Comune collabora per gestire determinate strutture. Cosa che non è finora avvenuta, ad esempio, per i centri “il Melograno” e il “Cortile”, gestiti dal Comune insieme alla cooperativa ACTL.
Il sistema degli affidamenti diretti deve finire nel più breve tempo possibile.
Deve essere attuato il principio di sussidiarietà
Occorre lasciare spazio ai privati sia nella scelta dei soggetti a cui affidare la realizzazione dei servizi sia nella gestione delle strutture.
Per questo proponiamo di introdurre con la massima estensione possibile il sistema dei voucher, dando così ai cittadini a cui venga riconosciuto il diritto ad un determinato servizio (assistenza domiciliare o scolastica o ricovero in strutture, ecc.) la possibilità di scegliere il soggetto a cui rivolgersi per l’erogazione del servizio stesso tra una platea di strutture e soggetti accreditati, siano essi privati o pubblici, profit o no-profit, liberi professionisti o cooperative.
Proviamo a chiarire la proposta con un esempio relativo all’assistenza domiciliare. Oggi l’Ente pubblico decide sulla base di vari parametri quante ore di assistenza spettano ad un determinato utente, poi attribuisce il servizio a una cooperativa (scelta senza alcuna gara), la cooperativa sceglie (a suo piacimento) l’operatore da inviare a casa dell’assistito che al riguardo non può decidere alcunché. Secondo la nostra proposta, invece, una volta che l’ente pubblico ha stabilito il numero di ore di assistenza spettantigli, il cittadino può scegliere se usufruire del servizio organizzato dall’Ente (sistema attuale) o ricevere il voucher, cioè il corrispondente valore in denaro da utilizzare presso una struttura accreditata.
Questo sistema, senza nessun aggravio di costi per il Comune, introdurrebbe una grande flessibilità, la possibilità di scelta per il cittadino e una sana competizione tra gli operatori del settore che sarebbero stimolati ad offrire servizi di sempre miglior qualità.
E’ un sistema già usato con successo in altre realtà e anche per questo lo proponiamo per Terni.
Riguardo alle strutture, suggeriamo di utilizzare quelle gestite direttamente dal Comune solo in via sussidiaria, quando cioè non esistano strutture private analoghe o quando il servizio reso dalle strutture private non sia qualitativamente o economicamente conveniente. Non ha, infatti, senso (ed è anche contrario alla nostra Costituzione) che il Comune svolga direttamente attività che i privati possono fare meglio e a costi più contenuti. O meglio: serve solo a mantenere spazi di potere e a comprimere l’iniziativa privata. E a impoverire complessivamente la collettività.
Queste sono solo alcune delle nostre proposte. Ne avremmo anche altre, tutte concrete e praticabili, che permetterebbero se attuate di offrire ai cittadini servizi migliori a costi inferiori. Si tratta di soluzioni che scardinano il sistema attuale di potere in cui solo alcuni lavorano, solo alcuni riescono ad avere convenzioni con il Comune, solo alcuni ricevono molto, mentre altri troppo poco o niente.
Su queste proposte invitiamo le forze politiche a confrontarsi, nella speranza che in fondo all’attuale crisi non ci sia soltanto un cambio di attori a sceneggiatura invariata.
Se è per cambiare alla radice questo sistema che gli “ex margheriti” hanno provocato la crisi siamo ben felici che – accogliendo idee che da mesi, anzi anni proponiamo – lo abbiano fatto: una “pace” che serve solo a garantire il mantenimento dei privilegi e a fare in modo che nulla cambi è quanto di più dannoso possa esserci per la città.

(*) Cinzia Fabrizi, Giovanni Cicioni, Paola Ciaurro, Antonio Baldassarre

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