Vanno all’attacco i Cinque stelle sul tema del concorso per “istruttore relazioni esterne”, dalla cui graduatoria è stata assunta, arrivata al settimo posto e quindi dopo diversi scorrimenti, una candidata “che risulta nella famiglia anagrafica del vicesindaco”. Ad essere contestata non è tanto l’assunzione, quanto l’iter per arrivarci, ovvero le delibere che cambiano il profilo del posto vacante.
Sul tema i Cinque stelle hanno presentato una mozione, che sarà discussa secondo un iter ordinario, presentata in conferenza stampa con Stefania Filipponi e Stefano Stefanucci di Impegno Civile. “C’è Impegno civile – ha detto il capogruppo dei 5 Stelle, David Fantauzzi – ed è significativo, in quanto Stefania Filipponi è stata candidata sindaco della maggioranza che ora governa. Si dimostra dunque l’incoerenza di chi annunciava battaglie di un certo tipo“.
“Quando abbiamo iniziato il percorso (l’interrogazione) – ha detto Fantauzzi – l’esito non era tracciato. Le modalità, la persona che ci ha risposto e i contenuti della stessa, ci hanno convinto a trasformare l’atto in una mozione, in modo da far esprimere tutto il consiglio comunale. Il fatto che all’interrogazione abbia risposto il diretto interessato, ha amplificato il problema di opportunità politica. Su questa vicenda è diritto / dovere di un consigliere vigilare e controllare l’operato dell’amministrazione, a maggior ragione se si è consiglieri di minoranza. Come mozione tutti i consiglieri comunale ne verranno a conoscenza e chiediamo loro di esprimersi sul dispositivo della mozione. Ogni consigliere comunale non dovrebbe guardare l’appartenenza ma la coscienza”.
Nel dispositivo della mozione, oltre a chiedere al sindaco di revocare le deleghe del vice, si avanza la richiesta di revocare le delibere, richiamando due articoli del Tuel come eventuali percorsi suggeriti. Stefania Filipponi, rivendicando la bontà dell’atto e la sua presenza, non collegata ad “un accordo pre elettorale“, ha sottolineato come la mozione riguardi due argomenti: etica politica e conflitto di interessi. “In questo modo nessuno può trincerarsi dietro al non voto e cadranno tutti gli alibi. Tutti dovranno dichiarare cosa intendono fare, altrimenti saranno corresponsabili di una scelta privatistica che, secondo noi, ha tutelato solo interessi personali“.