E’ passato oltre un mese dalla chiusura della piscina comunale di Città di Castello – lo scorso 27 gennaio – ma ad oggi (5 marzo) i lavori di adeguamento antisismico ed energetico annunciati non sono ancora partiti.
Crescono le perplessità su questo clamoroso ritardo, visto anche il fatto che, come dichiarato, già dal giorno seguente alla sospensione di tutte le attività sportive, la ditta incaricata avrebbe dovuto cominciare l’intervento. Nel Disciplinare di Gara era comunque previsto che le opere dovessero partire entro il 17 febbraio 2025 e concludersi entro 480 giorni, all’incirca per giungo 2026.
Non si conoscono ancora i motivi di questo empasse, se sia dovuto (come si sospetta) a sopraggiunte variazioni progettuali che, peraltro, potrebbero comportare pure un incremento dei costi a carico del Comune (che risulta cofinanziatore per 314.761 euro sull’investimento complessivo di oltre 1,3 milioni) oltre che ad una ulteriore dilatazione della durata del cantiere.
Sul tema hanno annunciato un’interrogazione anche i consiglieri Elda Rossi e Riccardo Leveque (Fd’I), soprattutto per sapere quale sia l’intoppo e, a questo punto, i tempi per l’avvio reale dei lavori e di fine realizzazione dell’opera.
Per quanto riguarda la situazione dei lavoratori dopo la chiusura della piscina comunale – come riferito da Polisport – “il personale è stato ricollocato presso l’agenzia interinale“. Tre dipendenti a tempo indeterminato interinale, da febbraio a maggio 2025, lavoreranno invece ciascuno per 5 settimane con un orario ridotto a 32 ore settimanale (-20%, come previsto dal contratto nazionale).
Polisport sta avviando una fase di concertazione con le organizzazioni sindacali per quantificare le figure professionali necessarie al termine dei lavori: in base alle risorse disponibili, saranno attivate procedure concorsuali per l’assunzione a tempo indeterminato del personale che entrerà in servizio con la riapertura della piscina. Va detto che l’intervento di ristrutturazione, sebbene crei disagi occupazionali nel breve termine, potrebbe offrire opportunità di stabilizzazione per quei lavoratori che da anni operano con contratti interinali.
Paradossalmente, la chiusura della piscina ha colpito soprattutto due lavoratori “storici”, attivi nell’impianto sin dall’inizio degli anni 2000, che continuano a essere inquadrati con contratti interinali. Tuttavia, con l’arrivo dell’estate, nonostante le vasche di nuoto resteranno ovviamente fuori uso, è prevista comunque l’attivazione dei centri estivi, che garantiranno continuità lavorativa ai dipendenti.