Pillola abortiva, la Regione recepisce le “Linee di Indirizzo sulla interruzione volontaria della gravidanza con mifepristone e prostaglandine”. Linee nazionali sulla pillola RU486 che erano state aggiornate proprio a seguito del parere del Consiglio Superiore di Sanità del 4 agosto 2020 chiesto dopo che la Regione Umbra aveva previsto l’obbligo della somministrazione in regime di ricovero ospedaliero.
Ora, con la deliberazione della Giunta regionale n. 1173 del 2/12/2020
sarà possibile per le donne umbre scegliere l’interruzione volontaria di gravidanza farmacologica senza il ricovero e fino alla nona settimana di gestazione.
Un adeguamento più volte invocato dalle opposizioni e da varie associazioni per i diritti delle donne. La rete umbra per l’autodeterminazione chiede ora che gli ospedali “si organizzino in fretta per applicare le procedure e soprattutto che la pratica dell’aborto farmacologico si possa finalmente fare anche nei 2 principali ospedali della Regione, quello di Perugia e di Terni. Che oltretutto – viene sottolineato – sono ospedali di insegnamento nei quali gli operatori sanitari in formazione apprendono le modalità di somministrazione e controllo della pratica sanitaria”.
Si chiede inoltre che la Regione aggiorni il nomenclatore tariffario, in modo da permettere ai consultori, adeguatamente attrezzati e formati, di praticare l’aborto farmacologico.
Infine, la Rete umbra per l’autodeterminazione chiede “che la Regione Umbria provveda, come già fanno altre Regioni, a rendere la contraccezione gratuita per tutti così come previsto dalla legge 194”.