Vivrebbe a Terni Pietro Maso, l’uomo che nel 1991, aiutato da due amici, massacrò a sprangate i genitori a Montecchia di Crosara, comune in provincia di Verona, per poi andare tranquillamente in discoteca.
La notizia è riportata dal settimanale Oggi e ripresa dal Corriere della Sera in edicola il 30 luglio 2020. Un piccolo inciso nell’ambito di un servizio più ampio sui percettori del reddito di cittadinanza, precluso a chi abbia compiuto reati di mafia o terrorismo, ma solo negli ultimi dieci anni. E quindi non al 49enne veneto.
A trent’anni da quel delitto, oggi Pietro Maso è un uomo di mezza età che, secondo il suo legale storico, Marco De Giorgio, vivrebbe a Terni e che dopo aver scontato la pena inizialmente di 30 anni, avrebbe ormai come unico impedimento alle sue libertà quello dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
La legge, spiega il quotidiano, non prevede che chi ha commesso un omicidio non possa accedere al reddito di cittadinanza. Ne sono esclusi solo i terroristi e i condannati per mafia, ma solo se i reati sono stati commessi negli ultimi dieci anni.
Sempre il legale spiega che Pietro Maso gli ha telefonato mesi fa, dopo aver provato a ricostruirsi una vita in Spagna lavorando come cameriere. “Credo oggi viva a Terni, con una nuova compagna, e che non se la passi molto bene. Vorrebbe solo essere dimenticato ma ancora oggi tutti lo ricordano come un mostro”.
“Probabilmente – secondo l’avvocato – ha chiesto il reddito di cittadinanza proprio perché non riesce ad arrivare a fine mese, a chi si trova in quelle condizioni qualche centinaio di euro possono far comodo“.
Per l’ex moglie, invece, “dopo tanti momenti difficili Pietro oggi sta bene, è un uomo umile che sta cercando di vivere tranquillo. E sì, sta lavorando“.