Il sequestro di sei milioni e 279mila euro del ‘Piccolo Carro’ sarà annullato: i giudici della Cassazione ‘liquidano’ la decisione del Riesame, che aveva confermato il ‘blocco’ di beni mobili e immobili disposto dal gip e rinviano a un nuovo collegio del tribunale la decisione nel merito.
L’indagine era partita dalla Guardia di Finanza: alla cooperativa – e nello specifico a presidente e vice, difesi dall’avvocato Giancarlo Viti – vengono contestate le accuse di truffa ai danni dello Stato, gestione di strutture residenziali ospitanti minori con problematiche sanitarie senza le prescritte autorizzazioni e trattamento di dati sanitari personali dei minori in violazione della legge sulla privacy.
In particolare, i sei milioni erano stati sequestrati in quanto ritenuti frutto di un guadagno illecito fatto sui rimborsi sanitari pubblici (400 euro al giorno per ogni ospite) per un servizio terapeutico-sanitario che, secondo l’accusa, il ‘Piccolo Carro’, nelle sue strutture, non era titolata a fornire.
Per la difesa, invece, i giudici non avrebbero tenuto conto di alcuni documenti che invece attribuivano al Piccolo Carro la qualifica di comunità terapeutica e inoltre non era stata verificata l’esistenza del reato di truffa in relazione ai singoli contratti con le Usl che inviavano i ragazzi in comunità; due tesi ascoltate dalla Cassazione, che ha accolto il ricorso.