Piano risanamento conti sanità, il Pd in Regione: "Serve chiarezza"

Piano risanamento conti sanità, il Pd in Regione: “Serve chiarezza su cause e conseguenze per i cittadini”

Redazione

Piano risanamento conti sanità, il Pd in Regione: “Serve chiarezza su cause e conseguenze per i cittadini”

Sab, 14/05/2022 - 15:10

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Rinnovata la richiesta per operazione verità

Chiedono un’operazione verità, sulle cause ma anche sulle conseguenze per i cittadini. I consiglieri regionali del Pd Simona Meloni, Michele Bettarelli, Tommaso Bori, Fabio Paparelli e Donatella Porzi tornano all’attacco: “La delibera di Giunta regionale n. 448 del 11/05/2022, arriva a mettere un punto fermo rispetto alle indiscrezioni che, da settimane, circolano sullo stato dei conti del sistema sanitario regionale, certificando una situazione drammatica che necessita di essere chiarita e affrontata al più presto”.


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“Costi fuori controllo”

I conti del preconsuntivo 2021, relativo alle aziende sanitarie regionali – sottolineano – manifestano, con tutta evidenza, un disavanzo di € 84.764.427, nonostante gli extra trasferimenti straordinari ricevuti per la gestione dell’emergenza sanitaria. Una cifra monstre che viene giustificata sulla base dei costi, evidentemente fuori controllo, che sono stati sostenuti durante la gestione dell’epidemia da Covid19, oltre che dalle maggiori spese del Sistema Sanitario Regionale a garanzia dei LEA, nonché dall’aumento della produzione delle aziende ospedaliere regionali”.

No a “operazioni maquillage”

Il Pd punta il dito su quella che chiama una “operazione maquillage”, ovvero: “risanare questa voragine dopo aver rastrellato 8 milioni di euro dai capitoli destinati allo sviluppo delle imprese e con una riallocazione di flussi finanziari relativi alla Gestione Sanitaria Accentrata dell’esercizio 2020 e 2021, che verranno ridestinati alle aziende sanitarie regionali in funzione di una maggiore “produttività”, ma solo relativamente all’anno 2021. Tradotto: si tratta di una operazione una tantum che serve a tamponare contabilmente e solo temporaneamente il buco di bilancio. Ma, citando Lorenzo il Magnifico, “del doman non v’è certezza”.

Per altro – rivelano – si arrivano a smobilitare i fondi accantonati nel passato oltre che le premialità riconosciute in virtù del benchmark del 2018, ciò a riprova della corretta gestione precedente”. “Ciò che adesso ci preoccupa e ci interroga profondamente – aggiungono – oltre all’impatto reale che questa disperata operazione avrà sui servizi sanitari, è il fatto che, al momento, non è chiaro se le fonti di copertura individuate siano state o meno approvate dal Mef e se, in particolare, le risorse che si intendono ricavare dai payback della spesa farmaceutica degli ultimi tre anni, rappresentano entrare certe o sono invece ancora suscettibili di scostamenti derivanti dai contenziosi in corso”.

Dissesto ma diminuzione dei costi

Quindi la necessità di “comprendere fino in fondo le ragioni di questo dissesto e come sia stato possibile accumulare un debito così alto a fronte di una incotrovertibile diminuzione dei ricoveri e delle prestazioni chirurgiche e specialistiche che, proprio nel 2021, avrebbero dovuto portare a consistenti risparmi in ambito extra Covid e non certo ad un aumento dei costi e della produzione”.

I motivi del buco

In particolare, chiederemo alla Giunta Regionale se questo “buco” sia stato determinato solo dagli extra costi derivanti dalla pandemia o da errate rendicontazioni, ovvero ci sono elementi strutturali fuori controllo che il sistema dovrà affrontare anche fuori dall’emergenza sanitaria. Sarà altrettanto importante capire anche quanto l’aumento dell’incidenza della spesa sanitaria peserà sul bilancio della Regione e se ciò comporterà ad una contrazione delle risorse a disposizione, a partire da quelle per sviluppo e il sostegno al sistema socio-economico locale”.

Operazione verità

Riteniamo dunque che si debba compiere al più presto un’operazione verità – concludono – che porti ad accertare le responsabilità e il reale stato dei conti della sanità, ma, soprattutto, che serva a far emergere quali saranno le reali conseguenze di questa gestione fallimentare in termini di ulteriore contrazione di servizi e cure destinate ai cittadini umbri e di minori opportunità per il rilancio sociale, culturale e produttivo della nostra Regione”.

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