Il nuovo piano dell’arredo urbano ad Assisi è stato approvato a fine ottobre ma non si ferma la battaglia di parte delle minoranze contro delle misure che stravolgono la vecchia normativa del 2011, costringono i commercianti a nuove spese e tolgono 300.000 euro dalla tassa di soggiorno, e quindi alla promozione del turismo. Per questo i consiglieri Francesco Mignani, Jacopo Pastorelli e Stefano Apostolico, rappresentanti di Lega e Fratelli d’Italia, dopo aver votato contro chiederanno l’accesso agli atti, nella “convinzione che il nuovo piano dell’arredo urbano non andava assolutamente presentato, perché in Assisi vigeva ancora in essere la normativa del precedente regolamento per l’arredo urbano del 2011, da considerare ancora valido ed applicabile”.
La minoranza ribadisce che “il nuovo piano comporterà un aggravio di spese per gli esercizi commerciali di prossimità e di somministrazione di alimenti che si vedranno costretti ad impegnare diverse migliaia di euro per adeguare le loro attività, allineandole alle richieste della recente normativa”. Diverse le criticità riscontrate da Mignani, Pastorelli e Apostolico: ad esempio, il nuovo regolamento “non include le autorizzazioni acquisite in precedenza, dunque una buona parte di attività commerciali e di pubblico interesse su strada, pur essendo in possesso dei permessi secondo la vecchia normativa del 2011, risulteranno non in regola con la nuova e quindi si vedranno obbligati al rispetto della stessa, dovendo sostenere spese di progettazione, oltre ai costi aggiuntivi per vetrine ed insegne, bacheche espositive esterne e nelle spallette, tende parasole, illuminazione a parete che saranno tutte da rifare, o quasi, nonostante si presentino in buon ordine e in buono stato di conservazione”.
Sul tema la giunta ha previsto 300.000 euro di contributi, “che però – segnalano i tre consiglieri – saranno per un massimo del 40% di ristoro per le spese documentate ma che non dovranno superare le € 400 e le € 1000, rispettivamente per le attività di prossimità e per quelle di somministrazione”. Per i due gruppi consiliari di opposizione, peraltro, “la legittimità di questo tipo di contributo èperaltro tutta da verificare, come discutibile è l’imposizione di un adeguamento, degli esercizi già autorizzati con la normativa del 2011. Di fatto, saranno risorse sottratte alla promozione del turismo, e ad interventi al sostegno vero dell’aumento dei servizi e del decoro che ruotano intorno al turismo, che spettano unicamente all’amministrazione”. E tra l’altro, considerate le problematiche del centro (la minoranza segnala vicoli sporchi, non facilitare l’ingresso ad un disabile in piazza San Francesco, lo scarso rispetto dei monumenti storici), “il nuovo piano sull’arredo urbano – concludono – sembra più un capriccio della sindaca che la soluzione dei problemi”.