Piano cinghiali Atc 1, per i cacciatori i conti non tornano

Piano cinghiali Atc 1, per i cacciatori i conti non tornano

Massimo Sbardella

Piano cinghiali Atc 1, per i cacciatori i conti non tornano

Ven, 18/06/2021 - 15:38

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Il rischio è che non si raggiungano le elevate quote di abbattimenti assegnate e i cacciatori siano chiamate a dover pagare di più il prossimo anno

Il piano di abbattimento è arrivato anche per l’Atc 1, tre giorni dopo l’inizio della caccia di selezione, estesa da quest’anno anche agli ungulati. Ma per i cacciatori, una vista vista la determina della Regione, i conti non tornano.


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Cinghiali, le quote dell’Atc 1

In base al piano, infatti, nel territorio dell’Atc 1 (Alta Valla del Tevere, Perugino, Trasimeno, Eugubino Gualdese, Media Valle del tevere) dovrebbe essere abbattuti complessivamente 4.548 cinghiali. Di cui 3.555 nelle 13 aree di rimozione e il resto (993) nelle aree per la gestione conservativa.

I cacciaselettori

I potenziali cacciatori selettori sono intorno ai 660. Di cui 150 già abilitati per la caccia al cinghiali ed altri che hanno effettuato l’aggiornamento o lo stanno completando), per un totale di circa 400.

Rischio aumenti per i cacciatori

Insomma, applicando i quattro algoritmi ai quali fanno riferimento i tecnici faunistici, il piano presenta numeri che appaiono a molti spropositati. Perché nell’ultimo anno la pandemia ha limitato le attività di caccia, sfalsando quindi i tradizionali numeri.

E siccome in caso di mancato raggiungimento delle quote di abbattimento l’Atc, per pagare i danni agli agricoltori in eccedenza rispetto all’indennizzo degli 84 euro ripartito tra i tre Ambiti, può rivalersi sui cacciatori e a questo punto anche sui selecacciatori, il timore è che siano sempre i cacciatori a pagare. Con una beffa per gli agricoltori (che comunque rischiano di non vedersi corrisposti tutti i danni patiti o comunque con tempi lunghi) e appunto per i cacciatori, anche per chi ha partecipato alla selezione.

Le gabbie

A questo si aggiunge la critica per i nuovi criteri per l’installazione delle gabbie. Ritenute costose (per una si spendono intorno ai 1.000 – 1.500 euro), poco efficace (difficile che un cinghiale vada a mangiare all’interno di una gabbia se lì vicino ha a disposizione un intero campo di coltura) e anche pericolose, con troppe responsabilità per chi è chiamato a gestirle.


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Selezione nei settori, le critiche

Le squadre cinghialiste, poi, criticano le modalità con le quali è stata introdotta la selezione anche per gli ungulati. E se aver dato più ampia possibilità agli agricoltori cacciatori di poter sparare non ha dato risultati, nel caso delle caccia di selezione si teme addirittura di peggiorare la situazione. Infatti, il timore è che sparando fino al 30 settembre in tutti i settori, si rischi di veder abbassare drasticamente i numeri ad ottobre, all’inizio della caccia al cinghiale, perché gli ungulati, a fronte dei colpi sparati in precedenza, si sono rifugiati nelle aree protette. Insomma, a fronte dei pochi capi che i cacciaselettori potrebbero abbattere da soli, si rischia di limitare l’attività delle squadre.

Per questo per ovviare il problema era stato proposto di consentire la selezione tutto l’anno, ma nei settori soltanto dopo il 2 gennaio, quando cioè viene termina la stagione della caccia al cinghiale.

E questo in attesa di conoscere il piano di abbattimento dei cinghiali dell’Atc 3 del Ternano.


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