Il caso del cinghiale infettato dalla peste suina africana (Psa) trovato in provincia di Rieti, a Borgo Velino, fuori dalla zona rossa di Roma, induce il Governo ad accelerare sui piani di abbattimento per ridurre la popolazione di ungulati in Italia. Pensando ad un decreto per allungare da 3 a 5 mesi il periodo venatorio.
Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, delegato dal ministro Speranza per l’emergenza Psa, ritiene infatti indispensabile ridurre il numero di cinghiali per arginare la possibile diffusione della peste suina. Un virus che non si trasmette all’uomo, ma la cui presenza impone pesantissimi vincoli all’industria suinicola, con danni notevoli per l’economia dei territori colpiti.
Soprattutto quelli che hanno una forte vocazione nel settore. Come l’area dell’Appennino. In Valnerina si guarda con grande preoccupazione ai nuovi casi nel Lazio. Quattordici finora quelli accertati, tra cui appunto l’animale infetto rinvenuto nel Reatino, a una cinquantina di chilometri dal lago di Piediluco.
Ora il sottosegretario Costa chiede aiuto ai cacciatori per ridurre la presenza dei cinghiali. L’indicazione è quella di portare ad una riduzione anche del 50%, in alcune regioni. Con i piani regionali degli abbattimenti selettivi che devono “partire da subito”, è l’indicazione del Governo alle Regioni.
Un obiettivo per raggiungere il quale si sta preparando anche un decreto per allungare il periodo venatorio da 3 a 5 mesi.