Di fronte all’emergenza di peste suina africana si proroghi la caccia al cinghiale. E’ quanto chiede il consigliere regionale Andrea Fora (Patto
civico per l’Umbria), attraverso una interrogazione con la quale chiede appunto alla Giunta regionale se intenda “attivarsi immediatamente per adottare un atto di deroga al calendario venatorio che determini e autorizzi la prosecuzione degli interventi di contenimento e prelievo dei cinghiali mediante le ‘braccate’ con le squadre di cacciatori” fino a quando la situazione della peste suina africana “rimanga in sicurezza nel nostro territorio regionale”.
Fora, nel suo atto ispettivo rileva come “in queste ore, anche in Umbria,
sta emergendo alle cronache la preoccupazione per il possibile diffondersi
della peste suina africana (PSA), una malattia virale fortemente contagiosa e letale che colpisce solo le specie animali appartenenti alla famiglia dei
suidi (suini domestici e specie selvatiche, ad iniziare dai cinghiali). Il
virus della PSA, pur non essendo trasmissibile all’uomo, rischia di
provocare ingenti perdite economiche nel comparto suinicolo, con gravi
ripercussioni anche sul commercio internazionale di animali vivi e dei loro
prodotti”.
Fora rileva come “al momento, la PSA è confinata in alcune precise zone
del Nord Italia”, e che “nella nostra regione non è stato ancora raggiunto l’obiettivo previsto dal piano di abbattimento dei cinghiali e il numero elevato di questi, derivante dal loro mancato abbattimento effettuato
entro il 2 gennaio (come da calendario venatorio) rischia di provocare gravi
conseguenze al settore agricolo, incrementando di molto i costi di rimborso a carico della Regione e degli ATC per i danni al settore primario, che
potrebbero essere ben più ingenti di quelli degli anni passati”.
“La normativa nazionale conforme a quella europea – osserva Fora –
permette alle Regioni di derogare al prelievo venatorio di una specie
cacciabile, acquisendo i pareri degli organismi preposti e fissando
specifiche modalità di svolgimento dell’attività venatoria. Si ritiene
necessario pertanto, anche in considerazione del rischio di una prossima
diffusione della PSA nel centro Italia – scrive Fora nella sua
interrogazione -, far proseguire immediatamente la caccia al cinghiale,
permettendone un abbattimento tale da raggiungere il più possibile il
‘target obiettivo’ previsto dal Piano regionale di abbattimento,
soprattutto – conclude – al fine di limitare i gravi danni che potrebbero
venir arrecati al settore agricolo”.