I ministri Speranza (Sanità) e Patuanelli (Politiche agricole e forestali) hanno firmato l’ordinanza dopo i casi di virus in carcasse di cinghiale prelevate in Piemonte e Liguria. Una decina in tutto, sembra, i casi accertati dall’Istituto zooprofilattico Umbria – Marche, referente nazionale per la peste suina africana. Virus che non si trasmette all’uomo, ma la cui diffusione provoca ingenti danni economici.
Secondo uanto denunciato da Confagricoltura, alcuni Paesi extra Ue (come la Svizzera in Europa) e in Assia (Cina, Giappone e Taiwan) hanno temporaneamente sospeso l’importazione dall’Italia di carni e salumi. Un danno consistente per un settore che, stima la Cia, in Italia vale 1,7 miliardi di euro.
Il virus trovato nei cinghiali prelevati in Piemonte e Liguria – secondo quanto informa il Ministerp – è diverso dal ceppo, ormai endemico, presente da anni in Sardegna. Si tratterebbe invece del virus che circola da anni nell’Est e nel Nord Europa.
L’ordinanza firmata dai ministri Patuanelli e Speranza consente, rispetto ai protocolli Ue, di proseguire il lavoro delle attività produttive del settore.
La zona infetta è stata individuata in 114 comuni, di cui 78 in Piemonte e 36 in Liguria.
In questi comuni c’è il divieto (già previsto in molti casi dalle ordinanze emanate dai sindaci)di ogni attività venatoria. E’ consentita la caccia selettiva al cinghiale, come azione per ridurre la presenza di ungulati e quindi la possibilità di diffusione del virus.
La Regione Emilia Romagna ha poi emanato un provvedimento che vieta alcune forme di caccia al cinghiale nelle province di Parma e Piacenza, più vicine alla zona infetta e quindi potenzialmente interessate dalla presenza di animali selvatici contagiati.
Nella sola zona infettata, inoltre, sempre per il periodo di 6 mesi, l’ordinanza interministeriale vieta anche la raccolta di funghi, la pesca, e altre attività all’aria aperta nelle zone di campagna e nei boschi, come trekking ed escursioni in mountain bike.
Provvedimenti che ovviamente si estenderanno automaticamente ad altre aree qualora venga ampliata la zona infetta in caso di ritrovamento di altri animali contagiati dalla peste suina africana.