Una locanda dei pescatori. Per offrire i prodotti tipici del lago a quanti verranno a visitare il centro ittiogenico di Sant’Arcangelo e a pochi passi vorranno gustare i prodotti del pescato nell’area della cooperativa. La svolta gastronomica, nel progetto, spalanca scenari di promozione importanti. Quattrocentomila euro di investimento, con un fondamentale contributo regionale (fondi europei per il sostegno alla pesca) e di confcooperative, che si aggiungerà allo sforzo economico della cooperativa dei pescatori di San Feliciano.
La notizia è stata data nell’ambito dell’assemblea dei 40 soci della cooperativa (più i dieci dipendenti). Insieme ad una serie di buone notizie. Tra queste l’attivazione dei primi tre bandi che attingeranno ai fondi 2014/2020 e che riguarderanno contributi alle attività di trasformazione e conservazione del pesce, alla “lotta dura” al carassio (pesce infestante che si mangia le uova delle altre specie) ed infine all’acquisto di attrezzature per sostenere l’attività della pesca (ad esempio reti e motori per le barche).
Tra gli aspetti più interessanti anche le attività che verranno intraprese per la formazione dei giovani pescatori ed il ripopolamento del luccio. Specie che stava praticamente scomparendo dal Trasimeno. E infatti proprio nelle scorse ore, il personale del centro ittiogenico e quello della cooperativa dei pescatori di San Feliciano ha rimesso in libertà il “carico” di lucci adulti, precedentemente catturati per ricavare le uova utili alla “coltura” di questo animale che una volta “spremuto” (letteralmente) torna in acqua.
Queste pratiche consentono il ripopolamento e la ricomparsa tra le acque del Trasimeno di un pesce come il luccio che si stava perdendo. Ma rappresenta anche qualcosa in più, e cioè la strettissima collaborazione tra il centro ittiogenico (prima seguito dalla Provincia ed ora dalla regione grazie a Mauro Natali e Lucia Ghetti) e la cooperativa, oltre al diretto interessamento dell’assessorato regionale di Fernanda Cecchini. “Un’operazione – spiega l’assessore – che va a difendere non solo la presenza del pesce nel lago e quindi a garanzia del sostegno all’attività della pesca, ma che va anche a difesa della biodiversità delle specie autoctone dando al lago la possibilità di essere fonte di benessere ed elemento indispensabile del nostro paesaggio e dell’attività economica che ha trovato negli ultimi anni una bella risposta”.