Pescatori in rivolta, Legambiente: la Regione non si faccia intimorire

Pescatori in rivolta, Legambiente: la Regione non si faccia intimorire

Redazione

Pescatori in rivolta, Legambiente: la Regione non si faccia intimorire

Ven, 26/02/2021 - 14:34

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Rinvio della stagione di pesca, tabellazioni, Consulta: l'associazione ambientalista replica a quelle della pesca sportiva

Dopo la protesta delle associazioni umbre della pesca sportiva, che minacciano di non distribuire i tesserini ai pescatori se non verranno risolti alcuni nodi, arriva la risposta di Legambiente Umbria.


I nodi della pesca sportiva:
associazioni dei pescatori in rivolta


Slitta l’apertura della pesca

“Le associazioni dei pescatori – è la sintesi di Legambiente – vedono come fumo negli occhi le due misure che la Regione Umbria intende mettere in atto peravviare quel cambio di rotta necessario per la salvaguardia della fauna ittica e la biodiversità dei nostri fiumi e fortemente volute dalle associazioni ambientaliste: la modifica del calendario della stagione di pesca, con il posticipo dell’apertura all’ultima domenica di marzo (e non di lunedì come hanno annunciato i cinque) necessario per salvaguardare la riproduzione delle trote che si sta lentamente modificando a causa dei cambiamenti climatici e la drastica riduzione delle immissioni di fauna ittica pronto pesca, come prescrivono le norme nazionali ed europee”.

L’apertura della stagione della pesca, per la quale si era inizialmente ipotizzata la data del 15 marzo, slitterà infatti a fine marzo, come indicato nella Consulta che si è svolta giovedì.

“Sorprende non poco – commenta Legambiente Umbria – che associazioni di rilevanza nazionale, riconosciute dal Ministero dell’Ambiente tra quelle di protezione ambientale, come Arci Pesca e Fipsas, antepongano l’interesse momentaneo di pochi, alla conservazione della fauna ittica e della salvaguardia degli ecosistemi acquatici, ben sapendo tra l’altro che proprio il pronto pesca, insieme all’immissione di specie alloctone, sono tra le principali cause di perdita di biodiversità e di riduzione degli stock ittici nelle acque dolci del nostro Paese. E’ vero, la crisi morde tutti i settori economici, ancor più quelli del commercio e del turismo, ma i cinque rappresentanti della corporazione dei pescatori, sanno bene che il ritorno economico nel promuovere un modello di pesca più sostenibile e duraturo nel tempo, è ben maggiore del mordi e fuggi dei primi giorni di apertura della stagione di pesca”.

Le tabellazioni

Quanto all’impossibilità di sostituire le tabellazioni nei corsi d’acqua interessati quest’anno dai ripopolamenti (come il Tevere, il Chiascio, il Topino) lamentata dalle associazioni della pesca, Legambiente replica che si tratta di acque a ciprinidi, che non hanno bisogno di diverse tabellazioni.

“Invece per i corsi d’acqua di categoria “A”, come quelle della Valnerina – proseguono gli ambientalisti – ci ha pensato da tempo Legambiente Umbria, che con i suoi volontari sta tabellando circa 100 chilometri di fiume, sostituendo le tabelle vecchie e danneggiate con altre nuove, fornite dalla Regione, che riportano semplicemente i riferimenti di legge che tutti i pescatori dovrebbero conoscere a menadito”.

Gli spostamenti

Legambiente è poi contraria all’ipotesi di deroghe agli spostamenti in case alle misure anti Covid: “Fanno finta di non sapere che l’attività di pesca favorisce i bivacchi e le bisbocciate proprio nei primi giorni di apertura e che questi assembramenti possono mettere a rischio la salute proprio di quei pescatori che dicono di voler tutelare”.

I posti in Consulta

E poi la questione della rappresentanza nella Consulta regionale della pesca, dove siede Legambiente. Divenuto, secondo i pescatori, un organismo meramente tecnico.

“Anche in questo caso – scrive Legambiente – le associazioni dei pescatori dimostrano di ignorare che la Legge Regionale (la n.15 del 2008 “Norme per la tutela e lo sviluppo del patrimonio ittico regionale, la salvaguardia degli ecosistemi acquatici, l’esercizio della pesca professionale e sportiva e dell’acquacoltura) istituisce la Commissione per avere un luogo di confronto e contributo di proposte su iniziative, indagini e studi che consentano una gestione della fauna acquatica rispettosa degli equilibri biologici e della conservazione della biodiversità la corretta fruibilità dei sistemi acquatici. Il supporto scientifico dell’Università degli Studi di Perugia (gli altri componenti della Commissione sono le associazioni dei pescatori, quelle ambientaliste, Arpa Umbria e i tecnici della Regione) è fondamentale, per avere a disposizione un contributo scientifico, autorevole, competente sulla base del quale individuare le proposte più adeguate. Purtroppo sono le associazioni dei pescatori – attacca l’associazione ambientalista – che hanno scambiato la Commissione consultiva per i mercati generali dove si mercanteggia il pesce, invece che nel luogo dove si discute e ci si confronta anche per garantire una gestione ottimale delle risorse naturali”.

Legambiente: la Regione non si faccia intimorire

“L’auspicio – conclude Legambiente Umbria – è che la Regione non si faccia intimorire dalle minacce delle associazioni dei pescatori, che non ritorni sui passi intrapresi e che con più determinazione attivi i regolamenti e tutte quelle le misure necessarie per ridurre le pressioni antropiche sugli ecosistemi acquatici, coerentemente con le direttive nazionali ed europee, come hanno fatto da tempo anche altre regioni italiane.”

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